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Bologna, i due esponenti di Fdi e la video-schedatura degli stranieri nelle case popolari

Galeazzo Bignami e Marco Lisei, rispettivamente deputato e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, hanno pubblicato una diretta Facebook in cui inquadrano i nomi e i cognomi dei cittadini stranieri residenti nelle case popolari di Bologna. Bignami è conosciuto anche per delle foto, risalenti a più di dieci anni fa, in cui era vestito da nazista durante una festa.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una vera e propria schedatura in diretta Facebook. Un video-censimento delle case popolari in cui vivono i cittadini stranieri. Siamo a Bologna. Protagonisti sono due esponenti di Fratelli d’Italia: un parlamentare e un consigliere comunale. Quest’ultimo è Marco Lisei, il primo è Galeazzo Bignami, conosciuto anche perché qualche anno fa spuntò una sua foto durante una festa in cui era vestito da nazista. I due in una video-diretta su Facebook hanno deciso di fare un censimento degli alloggi popolari di Bologna assegnati a cittadini stranieri. Hanno ripreso i cognomi sui citofoni degli alloggi. E non hanno spiegato che quelle persone vivono nelle case popolari regolarmente, dopo l’assegnazione avvenuta sulla base di un bando e di una graduatoria. Quelle case, infatti, quasi certamente sono state assegnate regolarmente sulla base delle leggi vigenti. Ma questo i due esponenti di Fdi nel video non lo dicono. Il video è stato pubblicato su Facebook e poi rimosso.

Chi è Bignami e le vecchie foto vestito da nazista

Galeazzo Bignami è un deputato di Fratelli d’Italia. Fino a qualche mese fa era iscritto a Forza Italia, con cui è stato eletto alla Camera prima di cambiare gruppo. È noto anche per delle foto di lui vestito da nazista: quelle immagini risalgono a tanti anni fa, ma sono state pubblicate da Repubblica nel 2016. Ai tempi Bignami era capogruppo di Forza Italia in Regione. Indossava la camicia nera e al braccio la faccia rossa con la svastica nazista. Inoltre aveva un pugnale sulla cintura. Aveva giustificato quella foto dicendo che si era trattato di una “goliardata”, messa in cena per la sua festa di addio al celibato, ormai quasi 15 anni fa. “Era per prendermi in giro”, si era provato a giustificare Bignami nel 2016.

Le accuse e l’esposto di Cathy La Torre

A segnalare il video è stato la nota attivista per i diritti civili Cathy La Torre, che su Twitter e Facebook ha ricostruito quanto accaduto nel video-censimento delle case popolari: “È successa una cosa gravissima. Ma stavolta hanno sottovalutato le conseguenze. Sulle case e i negozi degli ebrei i nazisti affiggevano cartelli che potessero agevolarne il riconoscimento. Oggi il censimento della razza che “ruba” agli ariani si fa con telecamera e Facebook”. La Torre, che è avvocato, ha presentato anche un esposto al Garante della Privacy e ha ricordato che quelle case che vengono inquadrate nel video non sono occupate, ma assegnare regolarmente.

Quelle famiglie abitano in quelle case legittimamente, non le hanno rubate a nessuno, sono state assegnate loro per diritto. Quale sarebbe la loro colpa? Perché sottoporli a questa violenza? Ovviamente la loro colpa è essere stranieri, essere di un’altra “razza”, essere carne da macello elettorale”, è l’accusa. La Torre spiega anche che potrebbe nascere una contestazione per violazione della privacy per questo video: “Il Garante avvierà un procedimento per verificare e accertare le irregolarità. E in caso di esito positivo potrà infliggere una sanzione pecuniaria fino a un massimo di 20 milioni di euro. Inoltre tutti quei cittadini violati nella loro privacy potranno chiedere un risarcimento danni rivolgendosi al tribunale di Bologna”. L’esposto è stato presentato anche dal sottosegretario al Mise, Alessia Morani: “Si tratta di violazione della privacy e incitamento all’odio razziale. Ora basta”.

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