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Manovra, le mosse di Tremonti: torna il ticket sui farmaci e pensione a 65 anni per le donne

Non ci saranno tagli alle tasse. Aumento graduale dell’età pensionabile delle donne, blocco del turn over e il ritorno del ticket: 10 euro a visita. Queste le misure principali della manovra da 47 miliardi che il governo si appresta a varare.
A cura di Biagio Chiariello
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Inizia ad aver un volto la manovra che sarà presentata giovedì in occasione del prossimo Cdm. Per il vertice di maggioranza riunito a palazzo Grazioli, un'introduzione di Silvio Berlusconi, a cui hanno fatto seguito le parole di Giulio Tremonti per illustrare le linee guida del provvedimento. L'entità complessiva del sarà di circa 47 miliardi. Nel dettaglio: 2 per il 2011, 5 per il 2012 e 20 rispettivamente per il 2013 e 2014. Per quanto riguarda le tasse non ci saranno tagli, ma una "rimodulazione", come ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini a margine dell'incontro. Non è rimasto entusiasta Umberto Bossi che prima che iniziasse l'incontro non aveva nascosto ai cronisti che il governo “rischia di cadere sulla manovra”. Al termine del vertice alla domanda dei giornalisti "Come è andata?", il leader leghista ha risposto con un significativo gesto della mano, come a dire "così così".

Tra le misure della manovra si legge di un anno di blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e il congelamento fino al 2014 degli aumenti contrattuali per gli statali, esclusi la polizia e i pompieri. Ma i punti più rilevanti sono indubbiamente quelli che riguardano le donne, che dal 2020 andranno in pensione a 65 anni, e il ritorno del ticket sanitario dal 2012.

TICKET – A decorrere dal 1° gennaio 2012 saranno confermate le disposizioni della Finanziaria 2007, che prevedeva il pagamento di una quota fissa di € 10 su ogni ricetta per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di 25 euro per prestazioni erogate in regime di pronto soccorso non seguite da ricovero, classificate come"codice bianco".

PENSIONI DONNE – Aumenta gradualmente l'età per la pensione di vecchiaia delle donne del settore privato, attualmente prevista a 60 anni. Dal 2012 il "requisito anagrafico di 60 anni, per l'accesso alla pensione" incrementerà "di un anno", come si legge nella bozza della manovra finanziaria, in cui si sottolinea che "i requisiti anagrafici sono ulteriormente incrementati di un anno a decorrere dal 2014, nonché di un ulteriore anno per ogni biennio successivo" fino ad arrivare a 65 anni nel 2020. La misura è stata poi categoricamente smentita dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.

BLOCCO DEL TURN OVER – Il provvedimento prevede la proroga del blocco del turn over nel pubblico impiego ancora per un anno, ad esclusione dei corpi di polizia, del corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici. Attesi risparmi per circa 1,5 miliardi. Viene prorogato al 2014 anche il congelamento degli aumenti contrattuali per gli statali.

NORMA ANTI-BADANTE – Si ci cercherà di porre un freno anche alle unioni coniugali di interesse fra badante e pensionato riducendo la pensione di reversibilità nel caso in cui il divario di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni.

MISSIONI ALL'ESTERO – Verrano stanziati settecento milioni di euro per finanziare le missioni all'estero fino al 31 dicembre del 2011.

LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI – Con la manovra vengono eliminati una serie di cavilli tra cui quello della limitazione di alcune licenze che bloccano l'accesso alle professioni. La bozza prevede infatti che "le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle professioni previste dall'ordinamento vigente, diverse da quelle di architetto, ingegnere, avvocato, notaio, farmacista, autotrasportatore, sono abrogate quattro mesi dopo l'entrata in vigore del decreto".

SPENDING REVIEW –  Previsto anche un ciclo di "spending review"mirata alla definizione dei fabbisogni standard propri dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato e misure di compartecipazione aggiuntive sui farmaci rispetto a quelle eventualmente già disposte dalle regioni.

TAGLIO STIPENDIO DEI MINISTRI – "E' probabile che i ministri, dal mese prossimo, non abbiano più lo stipendio". Lo ha detto il Ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, a margine del vertice di maggioranza in sulla manovra. “Non si comincia a tagliare se non dai palazzi della politica … se ci saranno tagli  si inizierà da quelli a noi stessi. Bisogna dare il buon esempio”, ha aggiunto Romano.

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