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M5s, parlamentari dovranno restituire almeno 2mila euro: “Estendiamo regolamento a tutti i partiti”

Nuovo regolamento su rimborsi e indennità per gli eletti del MoVimento 5 Stelle. L’intenzione è quella di estendere queste norme interne a tutti i partiti. Per i parlamentari si prevedono almeno 2mila euro al mese da restituire, 300 euro da versare alla piattaforma Rousseau e possibilità di ricevere 3.250 euro di indennità mensile, 3mila euro per le spese forfettarie e mille euro per organizzare eventi ufficiali del M5s.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il MoVimento 5 Stelle modifica il regolamento sui rimborsi dei suoi eletti in Parlamento e nei consigli regionali e annuncia la volontà di estendere gli stessi principi anche a tutti gli altri partiti. Il nuovo regolamento, pubblicato oggi sul blog delle stelle, prevede una serie di tetti da rispettare: non più soggettivi come in passato, ma con standard uguali per tutti. Una sorta di risposta dopo il caso Rimborsopoli che ha colpito i Cinque Stelle in piena campagna elettorale. Le nuove regole partono da un presupposto: ogni eletto (al Parlamento italiano, a quello europeo o nei consigli regionali) dovrà restituire almeno 2mila euro ogni mese. A questi si aggiungono i 300 euro di quota da versare per il funzionamento della piattaforma Rousseau. Ogni parlamentare potrà poi intascare fino a 3.250 euro di indennità (ma con riduzione degli importi in caso di assenze all’assemblea elettiva di appartenenza) e un massimo di 3mila euro per le spese forfettarie come il soggiorno, il vitto e le spese telefoniche. Per chi risiede in provincia di Roma questa soglia si abbassa a 2mila euro. In più, ogni eletto ha a disposizione un massimo di mille euro da investire per l’organizzazione e la presenza ad eventi ufficiali del M5s.

Il nuovo regolamento viene annunciato sul blog delle stelle spiegando che l’obiettivo è “fare meglio” della scorsa legislatura approvando quella che viene definita “la stella polare che tutti i nostri eletti dovranno seguire”. E non solo, perché la volontà è quella di estendere questo principio facendolo diventare “obbligo di legge per tutti gli eletti di tutti i partiti, eliminando finalmente gli odiosi privilegi della politica”. Nel regolamento ci sono alcuni elementi sottolineati nel post: “Il taglio delle indennità e dell’assegno di fine mandato, il rinnovato impegno a superare il privilegio dei vitalizi, sostituendolo con una pensione calcolata come per qualsiasi lavoratore, la rinuncia a qualsiasi doppia indennità o rimborsi per altre cariche istituzionali ricoperte e, infine, la trasparente e regolare rendicontazione delle indennità, dei rimborsi e delle spese sostenute per l’organizzazione di eventi M5s e delle spese di mandato per collaboratori, consulenze, altri eventi e convegni”.

Il nuovo regolamento M5s sui rimborsi

L’indennità massima che ogni eletto potrà percepire sarà di 3.250 euro netti mensili, con una riduzione dell’importo per le assenze addebitate dall’assemblea di appartenenza. Viene istituto il principio dell’assegno di fine mandato “commisurato all’indennità” mensile, per un massimo di 15mila euro netti per 60 mesi di mandato effettivo. Viene esclusa la possibilità di recepire altre indennità o altri rimborsi per altre cariche ricoperte, stabilendo inoltre l’obbligo di impegnarsi “a promuovere un trattamento pensionistico calcolato solo sulla base dei contributi versati”, principio su cui si basa la delibera per il taglio dei vitalizi presentata alla Camera. Tutte le indennità dovranno essere riportate sul portale Tirendiconto, pubblicando i rispettivi cedolini e restituendo le eccedenze di rimborsi e indennità.

Le indennità e i rimborsi per i parlamentari

Per quanto riguarda i parlamentari italiani, le regole vengono specificate nel documento approvato dal M5s. Ogni parlamentare può ricevere per le spese generali e per la diaria fino a 3mila euro. Duemila per chi risiede in provincia di Roma. In questa quota sono comprese le spese di soggiorno, il vitto, il trasporti e le spese telefoniche. I parlamentari dovranno poi rendicontare i rimborsi, il contributo all’associazione Rousseau di 300 euro, le indennità per il loro portavoce e le quote relative a spese generali e diaria. I rimborsi sono suddivisi in due parti: la prima riguarda le quote di organizzazione e partecipazioni agli aventi ufficiali del M5s (per mille euro) e il resto per le spese di mandato, come collaboratori, consulenze, eventi e convegni.

L’obbligo è di restituire almeno 2mila euro mensili: a questa cifra si possono aggiungere tutte le eccedenze dei rimborsi non spesi, per esempio, nel caso in cui non si organizzino o non si partecipi agli eventi ufficiali o si abbiano meno spese per i collaboratori. Chi non rispetta le regole va incontro al rischio di provvedimenti disciplinari, come avvenuto in alcuni casi di eletti coinvolti nel caso Rimborsopoli. In attesa dell’apertura di un conto di raccolta dedicato, le restituzioni andranno effettuate sul fondo per il microcredito o su altri approvati tramite la piattaforma. Inoltre, per i primi mesi del 2018 (fino al termine della scorsa legislatura) si prevede un importo forfettario da versare di 3.500 euro. Per i nuovi eletti si prevede – dal 23 marzo al 30 giugno – un importo totale di 6.500 euro.

Riepilogando, schematicamente, i parlamentari:

– devono restituire almeno 2mila euro al mese;

– devono versare 300 euro al mese di contributo per la piattaforma Rousseau;

– hanno diritto a 3.250 euro al mese di indennità;

– hanno diritto a 3mila euro al mese per la quota di spese forfettarie (soggiorno, etc);

– possono utilizzare fino a mille euro per l’organizzazione di eventi ufficiali del M5s.

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