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Luigi Di Maio mette la parola fine al caso Siri: “Parentesi chiusa, ora guardiamo avanti”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, è tornato a parlare del caso che ha coinvolto Armando Siri, sottosegretario leghista indagato per corruzione. Se non dovessero arrivare le dimissioni chieste dal presidente Conte “si andrà al voto e conti alla mano il Movimento 5 Stelle ha la maggioranza assoluta in Consiglio dei ministri”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, è intervenuto a SkyTg24 per commentare il continuo botta e risposta che va avanti da settimane sul caso che ha coinvolto Armando Siri, sottosegretario leghista indagato per corruzione. Ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha chiesto le sue dimissioni, mentre questa mattina il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha detto di "non voler perdere tempo in polemiche". Se Siri non si dimetterà "si andrà in Consiglio dei ministri e si voterà la proposta del presidente – ha annunciato Di Maio – conti alla mano il Movimento 5 Stelle ha la maggioranza assoluta in Consiglio dei ministri, quindi i numeri sono dalla nostra parte". In ogni caso, ha detto il vicepresidente del Consiglio, "spero che non si arrivi ad un voto" anche se "non credo sarebbe la fine del governo, perché non credo che la Lega lo farebbe cadere". Nel frattempo ha esultato con un post su Facebook in cui, riferendosi ancora al caso Siri, ha sottolineato: "Ieri è successa una cosa chiara: abbiamo detto che la correttezza nei confronti dei cittadini per noi non è in discussione. Ci avevano lasciato le leggi ad personam di Berlusconi e i teatrini del Pd sull’ex ministro Boschi, eppure noi siamo riusciti a fare qualcosa di diverso, e la famosa ‘questione morale' di cui tanto abbiamo sentito parlare è diventata una scelta precisa. Parentesi chiusa, mi auguro, dobbiamo continuare a guardare avanti".

Durante l'intervista il capo politico pentastellato ha sottolineato che Conte "ha fatto una scelta di buon senso" nel chiedere le dimissioni del sottosegretario leghista. "Non stiamo parlando di schierarsi da una parte o dall'altra – ha spiegato Di Maio – la corruzione non ha un colore politico, in questo momento c'era un'indagine che riguardava un sottosegretario che avrebbe presentato delle proposte di legge per aiutare un singolo e non un interesse collettivo". A questo punto, secondo il ministro del Lavoro, "il presidente Conte ha giustamente valutato di metterlo in panchina finché questa inchiesta non sarà chiara".

Luigi Di Maio ha poi ribadito che non c'è nulla di cui esultare: "Non la considero una vittoria politica del Movimento – ha spiegato il vicepresidente del Consiglio – spero che Armando Siri possa essere giudicato innocente in quell'inchiesta, ma i cittadini italiani devono sapere che quando ci sarà da difendere le istituzioni, soprattutto da inchieste di corruzione, il Movimento 5 Stelle sarà sempre uno scudo, una garanzia di integrità e legalità". Ma allo stesso tempo il ministro del Lavoro ha sottolineato che lo stesso Siri "ieri ha detto: ‘facciamo passare altri 15 giorni e forse mi dimetto', il che significa andare oltre le europee con una mossa da prima Repubblica".

Il botta e risposta tra Di Maio e il leghista Giorgetti

Il vicepresidente Di Maio ha parlato anche del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: "Leggo retroscena su di lui ogni settimana, in cui dice che Salvini vuole far cadere il governo, ma credo che Giorgetti non sia neanche al corrente di queste frasi. La Lega e Salvini sono persone intelligenti – ha spiegato Di Maio – far cadere il governo per un'inchiesta per corruzione su un sottosegretario leghista mi sembra azzardato". Mentre lo stesso Giorgetti, sulla tensione nella maggioranza, ha commentato: "Rompere la coalizione? Non so, si tratta di decidere se si vuole perdere tempo con le dichiarazioni e con i giornalisti o se si vuole lavorare. Io personalmente lavoro tanto, forse troppo". Mentre a chi gli chiedeva se dopo il caso Siri ci possa essere un caso Giorgetti, ha risposto: "Non so, può darsi. A turno toccherà a tutti, ma io sono tranquillissimo e il governo ha i suoi problemi come potete vedere".

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