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Legge elettorale, ok Camera ai primi due voti di fiducia. M5s e Mdp in piazza contro il Rosatellum bis

La Camera dei deputati ha dato l’ok ai primi due voti di fiducia sulla legge elettorale, quelli relativi agli articolo 1 e 2. Giovedì 12 dovrebbe arrivare l’ok dell’aula di Montecitorio al Rosatellum bis. M5s e Mdp scendono in piazza contro la scelta del Pd, autorizzata dal governo, di porre la questione di fiducia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo la convulsa giornata di ieri, con la richiesta del Pd – poi accolta dal governo – di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale, oggi è il giorno delle prime votazioni dell’Aula della Camera dei deputati: nel pomeriggio sono attesi i primi due voti di fiducia sul Rosatellum Bis. In particolare, la discussione è ripresa alle 13:45 con le dichiarazioni di voto, seguite dal primo voto, quello sull’articolo uno, previsto per le 15:45. La Camera ha quindi dato l'ok alla prima fiducia, quella riguardante l'articolo 1 della legge, con 307 voti a favore, 90 contrari e 9 astenuti.

Poco prima delle 21, la Camera ha dato il via libera anche a quella sull'articolo 2 del disegno di legge (sistema elettorale del Senato), che ha ottenuto 308 voti favorevoli, 81 i contrari, otto gli astenuti. Domattina, a partire dalle 9, si terranno le dichiarazioni di voto sulla terza ed ultima fiducia, quella posta sull'articolo 3 del testo, mentre alle 11 si terrà la votazione. Intorno alle 13 si passerà all’esame degli articoli 4 e 5 e alla discussione degli ordini del giorno e alle dichiarazioni di voto finale. L’ok della Camera è atteso entro la serata di giovedì.

Al voto finale sulla legge, che sarà segreto, diranno sì anche Fi e Lega che hanno però fatto sapere che non voteranno anche le tre fiducie al governo sui primi articoli del testo. Una volta approvata dalla Camera, la legge passerà al Senato dove il suo cammino dovrebbe essere più semplice visto che si potrà evitare la pratica del voto segreto, il motivo che ha portato il Pd e il governo a porre la questione di fiducia sulla legge in modo da evitare eventuali “trappole”.

M5s e Mdp in piazza contro la legge elettorale

La decisione di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale ha suscitato polemiche e reazioni nelle forze politiche che si oppongono al Rosatellum bis. Il MoVimento 5 Stelle è sceso in piazza oggi: i leader del M5s e il suo candidato premier Luigi Di Maio hanno chiesto ai cittadini di  protestare pacificamente davanti Montecitorio a partire dalle 13 di oggi. A questa mobilitazione si aggiungerà anche quella indetta da Mdp e Sinistra Italiana che hanno convocato un’altra protesta per le 17:30 davanti al Pantheon, chiamando tutti “in piazza per la democrazia e contro il Parlamento dei nominati”, come spiegato dal coordinatore nazionale di Mdp Roberto Speranza.

Di Maio annuncia una veglia in piazza domani sera

Le proteste del MoVimento 5 Stelle vanno avanti in piazza da ore e continueranno anche domani. Luigi Di Maio, candidato premier del MoVimento, ha annunciato che domani ci sarà una “veglia per la democrazia” nella stessa piazza di Montecitorio. “Domani c’è il voto segreto che potrebbe far saltare tutto – ha detto alle persone in piazza – quindi preparatevi perché domani facciamo una veglia per la democrazia qui”. “Se non dovessimo farcela domani sera a fermarli – ha detto ancora Di Maio, sul palco con Fico e Di Battista – allora il nostro appuntamento sarà per la prossima settimana al Senato. Non finisce qui, dobbiamo mettercela tutta”. “Noi siamo dalla parte giusta della storia, io non sono se perderanno la battaglia nella legge elettorale ma perderanno tante persone che ancora credevano in quei partiti”, dice ancora il candidato premier del M5s facendo un appello a tutti gli elettori delusi dagli altri partiti: “Venite a darci una mano”.

Di Maio, infine, rivolge un appello a tutti i presenti: “Fate una foto di questa piazza e pubblicatela sulle bacheche dei parlamentari che vogliono votare questa legge”, ha detto spiegando di voler utilizzare tutti gli strumenti di pressione legittimi e pacifici per convincere il Parlamento a desistere sul Rosatellum bis. “Quando vi stavano rubando la democrazia voi potete dire che eravate in piazza a difenderla”, ha concluso il candidato premier del MoVimento.

Di Battista: ‘Solo Mussolini aveva fatto cose simili’

È Alessandro Di Battista, uno degli esponenti di spicco del M5s, a richiamare in piazza i cittadini e a parlare della fiducia come di un “atto eversivo”: “Solo Mussolini aveva fatto cose simili”, ha dichiarato questa mattina a Radio Capital. Di Battista ha rivolto anche un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Ci pensi cento volte prima di firmare questa legge che potrebbe essere dichiarata incostituzionale tra 7-8 mesi, quando il Parlamento sarà ormai già rieletto con questo testo”.

A fargli eco anche il garante del MoVimento, Beppe Grillo – che potrebbe partecipare tra oggi e domani alle manifestazioni indette dal M5s – che sul blog scrive: “Se lasciate che vengano di nuovo cambiate le regole elettorali per far sì che la melma del paese torni in alto ancora una volta saranno i vostri figli a farne le spese”. Su Facebook, il M5s parla invece di una legge elettorale “da apologia del fascismo: la vera apologia non sono i monumenti costruiti durante il Ventennio, ma comportarsi dentro al Parlamento nella stessa misera maniera delle camicie nere”.

Da destra a sinistra le critiche al Rosatellum bis

Polemiche sulla fiducia alla legge elettorale e sul testo che verrà votato sono arrivate sia da destra che da sinistra. Giuliano Pisapia, di Campo Progressista, parla di un “gravo strappo costituzionale” e di una “proposta di legge non incostituzionale ma sbagliata”. Giorgia Meloni, intervistata da La Stampa, chiede a Berlusconi e Salvini di chiarirle “il senso del loro sostegno ad una legge elettorale che è uno schifo e che, matematicamente, non consentirà di formare una maggioranza certa e un governo che difenda gli interessi degli italiani”.

Alle critiche nei confronti della decisione di porre la fiducia sulla legge elettorale si aggrega anche l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in una nota parla dell'ambito "pesantemente costretto in cui qualsiasi deputato oggi, o senatore domani, può far valere il suo punto di vista e le sue proposte, e contribuire così alla definizione di un provvedimento tra i più significativi e delicati". "Con la fiducia posta in blocco dal governo sulle parti sostanziali del testo prima che si aprisse il confronto sugli emendamenti all'art.1 – argomenta l'ex capo di Stato – non mi resta che la sola possibilità  di intervenire in Senato nel corso del dibattito sulla fiducia. Ed è ciò che intendo fare".

La replica del Pd: ‘Nessun golpe’

La risposta del Pd agli attacchi arrivati da più parti sulla decisione di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale arriva da Lorenzo Guerini, vicesegretario del partito. “Le responsabilità vanno prese in Parlamento e quando hanno avuto questa opportunità loro hanno deciso di fare saltare il banco”, commenta con l’Agi parlando delle proteste organizzate da M5s. “Noi – aggiunge – abbiamo costruito un’intesa che va oltre la maggioranza. L’impianto della legge su cui si voterà ha il consenso dei due terzi dei gruppi parlamentari, gridare al golpe non ha a che fare con la realtà”.

D'Alema: ‘Pd irresponsabile, logora la democrazia'

Anche l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema, presente al sit-in di protesta di fronte al Pantheon, critica fortemente il ricorso alla fiducia per l'approvazione della legge elettorale: "Per la seconda volta nella stessa legislatura abbiamo una legge inaccettabile, segno di irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia e apre la strada al populismo, spezzando il legame già fragile tra cittadini e istituzioni".

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