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Lampedusa, nuova ondata di sbarchi: 7.000 migranti sull’isola. Ma è allarme anche a Manduria

7.000 profughi a fronte di 5.000 residenti locali e delle duemila unità ospitabili dal centro accoglienza. Numeri che parlano da soli e rendono quanta mai chiara la gravità della situazione sull’isola delle Pelagie.
A cura di Biagio Chiariello
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Continuano senza sosta gli sbarchi a Lampedusa: da venerdì scorso sono sbarcati 3.721 immigrati i e quasi duemila solo nelle ultime 24 ore.  7.000 profughi a fronte di 5.000 residenti  locali e delle duemila unità ospitabili dal centro accoglienza. Inoltre un nuovo barcone con a bordo 300 persone è stato avvistato a circa 6 miglia dalle coste dell'isola. Già tre motovedette sono partite per soccorrere l'imbarcazione. Numeri che parlano da soli e rendono quanta mai chiara la gravità della situazione, considerata ormai da più parti insostenibile. "Lampedusa è in ginocchio, è distrutta," non usa mezzi termini il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, che mercoledì dovrebbe incontrare il Presidente del Consiglio, Berlusconi, ed è probabile che nello stessa giornata ci sarà un consiglio dei ministri straordinario sull'emergenza immigrazione. "Qui si rischia un'epidemia, facciamo le tendopoli anche in Valpadana, visto che siamo un paese unito," ha aggiunto Lombardo in maniera un po' provocatoria.

Tuttavia, il rischio epidemia è concreto, come asserisce anche il consigliere regionale Udc Euprepio Curto, che ha visitato la tendopoli di Manduria dove sono stati sistemati 550 nordafricani, lanciando un primo allarme: "A Manduria c’è una situazione di una gravità inaudita: si rischia una nuova emergenza, come quella di Lampedusa," dice l'ex parlamentare."Ho notizia che sta per scoppiare un’emergenza di natura sanitaria perché tra i nuovi arrivati ce ne sarebbero alcuni affetti da malaria e tubercolosi e, sempre da quel che mi risulta, non è stato predisposto un minimo di screening sanitario prima di trasferire gli immigrati a Manduria". A fargli eco è il sindaco del comune in provincia di Taranto, Paolo Tommasino: "E’ assurdo quel che sta accadendo: Manduria, piccolo centro, rischia di restare solo davanti a questa emergenza", dice il primo cittadino, manifestando serie preoccupazioni per la mancanza di risposte in merito al numero di immigrati che raggiungerà il comune: "Nessuno ci dice quanto questa gente deve restare qui a Manduria. Nessuno ci spiega se questo è un centro di identificazione ed espulsione, oppure un centro di prima accoglienza".

Intanto il governo ha già manifestato i primi dubbi a proposito dell'accordo con la Tunisia per contrastare l'immigrazione clandestina, proposto dal capo della Farnesina, Franco Frattini: "La Tunisia aveva promesso un impegno immediato per fermare i flussi migratori, ma le barche continuano ad arrivare," dice il Ministro degli Interni, Roberto Maroni: "Se non ci sarà un segnale concreto entro i prossimi giorni, procederemo con i rimpatri forzosi”. La Tunisia non è in guerra come la Libia, paese con cui "siamo sotto ricatto per il petrolio", per cui se gli sbarchi dei tunisini continueranno potrebbe essere necessario l'uso della forza, fa capire Maroni.

C'è da dire che la proposta di Frattini è stata fin dall'inizio oggetto di critiche bipartisan. Dopo il commento lapidario del leader della Lega Nord, Umberto Bossi, ”Pagare gli immigrati? Io li rimanderei a casa”, sono arrivati anche i giudizi negativi di esponenti di centro e di sinistra. Il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, asserisce che solo "i rifugiati, quelli che scappano dai Paesi in guerra, vanno accolti. I tunisini non mi pare invece siano a rischio e vanno rispediti al mittente". In disaccordo con Frattini è anche Francesco Rutelli, esponente dell'Api: "E' giusto accogliere i rifugiati, chi chiede asilo politico, ma è giusto rimandare indietro coloro che hanno una migrazione per motivi economici all'origine del loro viaggio". Parla addirittura di espediente provocatorio la presidente del Partito Democratico, Rosy Bindi: "Si tratta di un obolo insufficiente e, oltretutto, anche offensivo".

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