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Italia e Tunisia, accordo per il contrasto dell’immigrazione clandestina

Mezzi di mare e terra, apparecchiature per l’addestramento della polizia tunisina, fondi per rilanciare l’economia della Tunisia in cambio del controllo ferrato delle coste per impedire nuove partenze per Lampedusa dei disperati che emigrano verso l’Italia.
A cura di Alessio Viscardi
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Tunisini a Lampedusa

Un accordo importante per contrastare gli sbarchi clandestini a Lampedusa quello firmato oggi a Tunisi dai ministri degli Interni e degli Esteri italiani, Roberto Maroni e Franco Frattini, con il premier Beji Caid Essebsi, nuovo presidente dopo la cacciata di Ben Ali. I termini dell'accordo prevedono che l'Italia conceda mezzi di mare e terra, apparecchiature per l'addestramento della polizia tunisina, fondi per rilanciare l'economia del paese in cambio del controllo ferrato delle coste per impedire nuove partenze per Lampedusa dei disperati che emigrano verso il nostro paese. Inoltre, cominceranno a breve i rimpatri dei 15 mila tunisini arrivati in Italia nelle scorse settimane.

Fiducioso Maroni: “Le premesse sono buone, ora verificheremo se ci sarà un impegno concreto”. Le gesta dei due ministri sono state apprezzate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In Tunisia regna un caos calmo dopo la caduta di Ben Ali. Una crisi economica feroce e forze di polizia sbandate e senza una leadership comune. Il governo del paese è provvisorio e soltanto il 24 luglio ci sarà un'assemblea costituente per dare vita al nuovo esecutivo. Nessun impegno vincolante sull'immigrazione sarebbe stato strappato dai nostri ministri in missione al governo di Tunisi.

È prevista l'istituzione di un tavolo tecnico di esperti provenienti da Italia e Tunisia per elaborare un accordo formale. Il tempo stringe, dato che sono migliaia i tunisini che ogni giorno solcano il mare per arrivare a Lampedusa. Si tratta di giovani uomini di età media tra i 20 e 35 anni. Il governo avrebbe individuato le coste da cui partono i barconi diretti alle coste siciliane e intenderebbe rafforzare il pattugliamento di questi siti.

L'Italia metta a disposizione del governo di Tunisi numerose risorse per il rilancio dell'economia e il contrasto dell'immigrazione clandestina. Una nuova quota di rimpatri giornalieri, superiore alle quattro unità previste oggi, sarà negoziata nei prossimi giorni. Il ministro Frattini spiega la linea del governo italiano: “Puntiamo ad incoraggiare i rimpatri volontari con la garanzia che chi tornerà in Tunisia sarà aiutato a reinserirsi con la possibilità di avviare attività economiche tramite speciali linee di credito. Abbiamo proposto un pacchetto di misure per rilanciare la cooperazione tra i due Paesi, che include linee di credito supplementari fino a 150 milioni di euro, in aggiunta a quelle già in corso pari a quasi a 100 milioni per il sostegno al bilancio dei pagamenti”.

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