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L’inchiesta sui “taxi del mare” per i migranti è un flop: ONG prosciolte da tutte le accuse

È caduta la maxi-inchiesta avviata dalla procura di Trapani nel 2016 che ha coinvolto Medici Senza Frontiere, Save The Children e Jugend Rettet, l’Ong tedesca coinvolta nel caso Iuventa. Infondate le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di collaborazione con i trafficanti. Per le Ong “spazzati via 7 anni di falsità, salvare vite è stata la nostra risposta a tutte le accuse”
A cura di Giulia Casula
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Si chiude la maxi-inchiesta avviata dalla procura di Trapani nel 2016 che ha coinvolto Medici senza Frontiere, Save The Children e Jugend Rettet, l'Ong tedesca coinvolta nel caso Iuventa. La stessa procura di Trapani a febbraio scorso aveva richiesto, a sorpresa, il non luogo a procedere che oggi il Gup, al termine dell'udienza preliminare, ha ratificato. Dopo sette anni giudice di Trapani ha chiuso definitivamente il caso perché il fatto non sussiste, decretando infondate le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nei confronti parte delle Ong che si occupano di soccorso in mare.

Il flop dell'inchiesta sui "taxi del mare": per il giudice di Trapani il fatto non sussiste

Con la sentenza sul non luogo a procedere per i componenti dell'equipaggio delle Ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici senza Frontiere si chiude il procedimento penale che vedeva le organizzazioni umanitarie accusate di aver stretto accordi con i trafficanti durante le operazioni di salvataggio svolte nel 2016 e 2017.

Durante l'inchiesta flop, costata circa 3 milioni di euro, i pm avevano ordinato il sequestro della nave Iuventa della Ong Jugend Rettet, che a causa dei danni subiti risulta  inutilizzabile. A marzo si era tenuta l'udienza preliminare del processo che vedeva imputati quattro membri dell'equipaggio, per i quali lo scorso 28 febbraio, a sorpresa, la procura di Trapani aveva richiesto il non luogo a procedere. Oggi era attesa la decisione del Gup.

Dopo 7 anni per il giudice di Trapani le accuse di collaborazione con i trafficanti, cavalcate da una fetta della politica che accusò i soccorritori di essere "taxi del mare", risultano infondate.

Per MSF e Save the Children: "Riconosciuta la verità sulle ONG"

Per Medici Senza Frontiere la sentenza "spazza via sette anni di falsità". Per l'organizzazione l'inchiesta apertasi nel 2016 è stata "la prima della triste epoca di propaganda che ha trasformato i soccorritori in taxi del mare e amici dei trafficanti. L’indagine, che ha coinvolto MSF e altre Ong, ha visto un mastodontico impianto accusatorio basato su illazioni, intercettazioni, testimonianze fallaci e un’interpretazione volutamente distorta dei meccanismi del soccorso per presentarli come atti criminali".

Anche l'equipaggio della nave Iuventa ha celebrato l'esito dell'udienza preliminare di Trapani. "Il processo è finalmente finito ma non sarebbe mai dovuto iniziare. Questo conferma che si è trattato di un'azione politica delle autorità italiane con l'unico scopo di scoraggiare la solidarietà con i migranti".

Per Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, "questa decisione, che arriva a conclusione di una vicenda giudiziaria durata quasi sette anni, riconosce la verità sul nostro operato e sull'impegno umanitario per salvare vite in mare. Save The Children ha continuato a confidare nell'operato della magistratura, mettendosi a disposizione per fornire ogni elemento utile per la ricostruzione dei fatti, affinché la verità potesse emergere", ha aggiunto Fatarella. "Al contempo l'Organizzazione ha rafforzato il proprio impegno sul territorio italiano nell'accoglienza ed inclusione dei minori migranti".

Nonostante la chiusura dell'indagine però, "gli attacchi alla solidarietà continuano attraverso uno stillicidio di altre azioni", ha dichiarato Christos Christou, presidente internazionale di Medici Senza Frontiere. "Decreti restrittivi, detenzione delle navi civili, supporto alla guardia costiera libica che ostacola pericolosamente i soccorsi e alimenta sofferenze e violazioni, mentre le morti in mare continuano ad aumentare". Per Tommaso Fabbri, capomissione di MSF, "I governi continuano ad investire enormi risorse sul boicottaggio dell’azione umanitaria e su politiche di morte, ma non fanno nulla per fermare i naufragi. Continuare a salvare vite è stata la nostra risposta a tutte le accuse".

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