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Guerra in Ucraina

Zelensky nell’anniversario di Chernobyl: “Radiazioni non hanno confini, il mondo difenda Zaporizhzhia”

Zelensky ha ricordato che 38 anni dopo la tragedia di Chernobyl, lo spettro di una catastrofe nucleare incombe ancora sull’Europa. Il Presidente ucraino ha fatto appello alla comunità internazionale affinché prenda in mano la situazione e faccia pressione sulla Russia perché termini l’occupazione militare della centrale di Zaporizhzhia.
A cura di Antonio Palma
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“Le radiazioni non hanno confini né bandiere nazionali e il disastro di Chernobyl ha dimostrato quanto rapidamente possano emergere minacce mortali”, così il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha voluto ricordare oggi il disastro nucleare della centrale del 26 aprile 1986, quando l’Ucraina era parte dell’Unione Sovietica, e sottolineare i rischi ancora attuali rappresentati da un’altra centrale nucleare attiva quella di Zaporizhzhia, ora in mano ai russi.

“Decine di migliaia di persone hanno cercato di limitare il disastro di Chernobyl a costo della propria salute e della propria vita, eliminandone le terribili conseguenze nel 1986 e negli anni successivi. Per 35 giorni nel 2022, la Russia ha occupato la centrale nucleare di Chernobyl. I soldati russi hanno saccheggiato laboratori, catturato guardie e maltrattato il personale, oltre a utilizzare la zona per lanciare ulteriori operazioni militari” ha denunciato oggi Zelensky sui social, ricordando i rischi enormi che corre ora Zaporizhzhia.

Il Presidente ucraino ha fatto appello alla comunità internazionale affinché prenda in mano la situazione e faccia pressione sulla Russia perché termini l’occupazione militare della centrale di Zaporizhzhia.

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“Da 785 giorni i terroristi russi tengono in ostaggio la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ed è responsabilità del mondo intero esercitare pressioni sulla Russia per garantire che la centrale venga liberata e restituita al pieno controllo ucraino, nonché che tutti gli impianti nucleari ucraini siano protetti dagli attacchi russi” ha dichiarato Zelensky, aggiungendo: “Questo è l'unico modo per prevenire nuovi disastri radioattivi, che la presenza degli occupanti russi nella centrale  minaccia costantemente”.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, è stata più volte protagonista della guerra tra Ucraina e Russia tra minacce e accuse reciproche di disastro nucleare. Appena il 7 aprile scorso è stata oggetto di una serie di attacchi di droni, definito "un precedente molto pericoloso" da Rafael Mariano Grossi, il capo dell'AIEA l'Agenzia internazionale per l'energia atomica delle Nazioni Unite.  Questa volta infatti è stata colpita la struttura di confinamento del reattore. Mosca e Kiev si sono accusate a vicenda degli attacchi al sito occupato dalle forze russe poco dopo l’invasione dell’Ucraina.

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“Ci stiamo avvicinando pericolosamente a un incidente nucleare. Non dobbiamo permettere che un lancio di dadi decida cosa accadrà domani”, ha detto Grossi, precisando che ci sono stati "almeno tre colpi diretti" contro le "principali strutture di contenimento del reattore" della centrale. "Questo non può accadere. Nessuno può in teoria trarre beneficio o ottenere alcun vantaggio militare o politico dagli attacchi contro gli impianti nucleari. Questo non è possibile” ha aggiunto.

L’impianto ha smesso di produrre energia nel 2022, ma necessita di una fornitura costante di elettricità per raffreddare uno dei suoi reattori che è in uno stato di “conservazione calda”, ovvero non è completamente offline. In tempo di pace, i lavoratori delle centrali elettriche hanno ancora diverse opzioni per ripristinare il raffreddamento in caso di emergenza, ma in una zona di guerra tutte le procedure sono a rischio.

“Oggi, 38 anni dopo Chernobyl, lo spettro di una catastrofe nucleare incombe ancora. Con l’occupazione militare illegale russa della centrale nucleare di Zaporizhzhia, Mosca ha messo in pericolo non solo l’Ucraina, ma gran parte dell’Europa e con echi agghiaccianti di una mentalità dell’era sovietica che dava priorità al dominio sulla vita e sulla sicurezza e ha prodotto la catastrofe di Chernobyl” è invece la denuncia di Greenpeace.

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