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La previsione di Casaleggio: “Nel 2054 solo l’1% della nostra vita sarà dedicato al lavoro”

In un video la Casaleggio Associati prevede come cambierà in futuro il mondo del lavoro, con una automatizzazione sempre maggiore: si arriverà, nel 2054, a dedicare “solo l’1% della vita” al lavoro. Concetto spiegato anche da Davide Casaleggio: “Questo è il momento di comprendere cosa sta accadendo e come rapportarsi alla quarta rivoluzione industriale e le tecnologie esponenziali”.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Un nuovo video della Casaleggio Associati rilancia l’idea di un futuro (quasi) senza lavoro. E fissa una data in cui tutto cambierà: il 2054. In quell’anno si segnerà la “fine del lavoro come lo conosciamo”. Nel 2054 dedicheremo solo “l’1% della nostra vita al lavoro”. Un messaggio lanciato in un video e riproposto da Davide Casaleggio in un post e in un’intervista al Corriere della Sera. “Questo è il momento di comprendere cosa sta accadendo e come rapportarsi alla quarta rivoluzione industriale e le tecnologie esponenziali – scrive Casaleggio su Facebook – Quali lavori scompariranno, in quale anno e perché? Quali saranno i nuovi a comparire, come affronteremo la ridistribuzione dell'iper-produttività delle aziende intelligenti e le aziende senza dipendenti? L'intelligenza collettiva può dirci cosa ci aspetta o come possiamo costruire il nostro futuro”.

Nel video si ricostruisce il modo in cui si è evoluto il mondo del lavoro fino ad oggi, arrivando al 2018, ai camion a guida autonoma, ai robot-barman e all’intelligenza artificiale usata anche per le diagnosi mediche. Nel 2018, si spiega nel video, il “tempo lavorativo medio nel mondo è del 13%”. La previsione è che si vada incontro a una “automazione dei servizi” e che tante aziende siano destinate al fallimento. L’esempio della Casaleggio Associati è il McDonald’s, destinato a sparire in favore di nuovi fast food completamente automatizzati. Le macchine saranno solo a guida autonoma, i magazzinieri scompariranno, i bancari non esisteranno più perché gli istituti si baseranno solo sul sistema del blockchain, secondo le previsioni.

Si arriva così al 2040, con un nuovo grande “squilibrio globale sociale”, che porterà grandi cambiamenti e nuove “politiche fiscali e di redistribuzione del reddito”. Così, nel 2054 ciò che rimane, secondo la Casaleggio, è solo il lavoro di chi si occupa degli altri e a guadagnare di più è chi si interfaccia meglio con le persone e con gli automi. Sparirà il concetto di ufficio e ci sarà una maggiore redistribuzione del reddito per le classi più deboli. Sarà “la fine del lavoro come lo conosciamo”, secondo quanto recita la parte conclusiva del video.

Nell’intervista rilasciata al Corriere, Davide Casaleggio parla di “fenomeni già in corso, sebbene ancora non su larga scala. Dobbiamo prendere atto che la direzione è questa già da alcuni decenni e ora sta accelerando. Prima ce ne rendiamo conto, prima possiamo mettere in atto strategie per affrontare questo passaggio con efficacia”. In questo contesto si inserisce anche il reddito di cittadinanza, una misura che “intende sostenere l’occupazione attraverso la formazione”. E non basta quella che è stata finora la ricetta europea: “Funzionerà sempre meno nei prossimi anni, avanzando in questo scenario, che, sia chiaro, non riguarda solo l’Italia. Se ci fosse una vera Unione Europea, con politiche economiche e fiscali omogenee, potremmo affrontare con maggiore efficacia i futuri cambiamenti e anche, perché no, pensare a un reddito di cittadinanza europeo. D’altra parte l’Italia era rimasto uno degli ultimi Paesi a non averlo introdotto”.

L’ultimo punto è quello riguardante i futuri disoccupati, che secondo le previsioni della Casaleggio Associati non potranno che aumentare: “La sfida è trasformare la disoccupazione e l’inoccupazione in opportunità di crescita attraverso nuove forme di lavoro e supporto alla collettività e grazie a un sistema di formazione adeguato. Il problema della stabilità sociale non è disgiunto da questi temi, anzi è strettamente connesso. Come stiamo vedendo in piccolo, per esempio, Oltralpe”.

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