569 CONDIVISIONI

La cugina di Renzi molla il Pd: “Insegue la destra, il partito ormai sembra Forza Italia del ’94”

In un’intervista concessa ad Huffington Post, la cugina di Matteo Renzi spiega perché ha deciso di lasciare il Partito Democratico: “Invece che Avanti, lo poteva chiamare vendetta, col sottotitolo, guardando indietro. Mi dice chi non ha attaccato in questa sindrome dell’uno contro tutti? L’unico capitolo che doveva scrivere non l’ha scritto. Quello sul vuoto a sinistra fatto di milioni di elettori persi, in questo susseguirsi di sconfitte, tra amministrative e referendum. E del suo fallimento complessivo”.
A cura di Charlotte Matteini
569 CONDIVISIONI
Immagine

Elisa Simoni, cugina di Matteo Renzi, ha annunciato l'intenzione di voler mollare il Partito Democratico. In un'intervista concessa ad Huffington Post, la Simoni ha spiegato le sue motivazioni: "Ieri sera ne ho parlato coi compagni da me in toscana. Prima con i miei genitori, comunisti da una vita. Non è stato facile. Mi hanno detto: ‘Elisa, ma il partito… Il partito non si lascia, si combatte da dentro…'. È la vecchia impostazione del Pci, della sinistra. Ma qui sta il punto. Quella roba li non c'è più. E non c'è un campo di sinistra al cui interno discutere e combattere". Per la Simoni il Partito Democratico è cambiato troppo, inutile cercare di condurre battaglie al suo interno: "Il Pd è diventato ormai un'altra cosa. Più simile a Forza Italia del '94 che al Pd del Lingotto. Nelle politiche mi pare evidente, e non da oggi, il tentativo di inseguire il famoso voto moderato. È complicato spiegare ai nostri elettori che il Pd non ha cambiato natura mentre il segretario usa le ricette peggiori della destra declinate attraverso il vocabolario del populismo M5S", spiega Elisa Simoni.

Si riferisce a migranti e polemica con l'Europa?

Pensiamo di recuperare consensi inseguendoli sull'anti-europeismo e dicendo "i migranti a casa loro"? Alla fine, gli elettori tra l'originale e la copia votano l'originale e penseranno che la vera fake news sia Renzi e il Pd che immagina.

Questo processo però, lo diceva lei, non è iniziato oggi. Perché lei lascia oggi?

Mi fa male dirlo. E come vede non nascondo le emozioni di un momento complicato. Emotivamente complicato e intenso. Ma nel Pd è finita sia l'agibilità politica sia la funzione politica di chi dissente il giorno. All'ultima direzione lo ha detto Renzi: io vado avanti come un treno, chi non è d'accordo se ne vada.

E lei che non è d'accordo…

Appunto, ne traggo le conseguenze. Pensi a che punto siamo, essendo io considerata una mediatrice.

Anche se però la chiamano la "zarina".

Una "zarina" che da anni ha svolto la funzione politica di mediazione tra Renzi e la sinistra. Quella agibilità politica è finita. Veda, un mediatore, sebbene di minoranza, è figura organica perché lavora per il bene del partito e del segretario favorendo, per quanto possibile, l'unità. Ma quando il segretario ha l'obiettivo dichiarato e scoperto di far uscire chi dissente, l'unità è impossibile.

La cugina, inoltre, tira una stilettata al segretario del Pd e critica il libro appena uscito: "Invece che Avanti, lo poteva chiamare vendetta, col sottotitolo, guardando indietro. Mi dice chi non ha attaccato in questa sindrome dell'uno contro tutti? L'unico capitolo che doveva scrivere non l'ha scritto. Quello sul vuoto a sinistra fatto di milioni di elettori persi, in questo susseguirsi di sconfitte, tra amministrative e referendum. E del suo fallimento complessivo. All'epoca in cui diventò segretario, Berlusconi e il centrodestra erano spariti dalla scena e Grillo governava solo Parma. Ora Grillo governa importanti città italiane, Salvini gioca a vincere e Berlusconi viene riabilitato come argine democratico al populismo di destra. Sono addolorata, furiosa. Vogliamo negare la realtà e continuare a cantare ‘Menomale che Renzi c'è'?".

A Renzi lo ha detto?

Sì, certo, gli ho mandato un messaggio su Whatsapp come fa lui. Ho avvisato prima Andrea Orlando, che ho sostenuto al congresso, e Roberto Speranza, della mia adesione al suo gruppo. In questo sono all'antica. Vivo il travaglio da sola e poi si fanno i passaggi politici necessari.

Non è facile.

Dopo anni in cui hai militato, ci hai creduto. Ma a un certo punto mi sono detta: quando sei nel dubbio, segui gli ideali della tua giovinezza. Si ricorda? Lo diceva Berlinguer?

Già.

Questi significa andare a riprendere, assieme ad altri, quei milioni di elettori che ci hanno abbandonato. Poi si vedrà l'assetto, la leadership a sinistra del Pd, ma il punto è questo: se gli elettori non vengono da te devi andare dove gli elettori sono e convincerli con una proposta di governo credibile e soprattutto alternativa a quella del populista di destra.

Ideali è una parola bellissima. Quale è l'ideale di Renzi?

Vedo che il Pd è diventato un partito che spesso, nella mentalità, confonde il governo col potere. E infatti ha perso un pezzo rilevante del suo popolo.

Che le hanno detto i suoi compagni in toscana.

Si va. La storia ci darà ragione.

569 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views