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Il premier ungherese Orban a Milano per incontrare Salvini: “Lui è il mio eroe, ho chiesto il permesso a Berlusconi”

“Con Matteo Salvini vorrei fare una conoscenza personale. Lui è il mio eroe. È un mio compagno di destino sono molto curioso di conoscere la sua personalità. Sono un grande estimatore e ho alcune esperienze che forse potrei condividere con lui. Ho questa sensazione”, ha dichiarato Orban ai giornalisti uscendo da un ristorante sito in zona Brera, poco prima di incontrare il ministro dell’Interno nei locali della prefettura di Milano.
A cura di Charlotte Matteini
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Il premier ungherese Viktor Orban è atterrato a Milano Malpensa intorno alle 14 e alle 17 incontrerà il ministro Salvini all'interno dei locali della prefettura. "Con Matteo Salvini vorrei fare una conoscenza personale. Lui è il mio eroe. È un mio compagno di destino sono molto curioso di conoscere la sua personalità. Sono un grande estimatore e ho alcune esperienze che forse potrei condividere con lui. Ho questa sensazione", ha dichiarato Orban ai giornalisti uscendo da un ristorante sito in zona Brera.

"In Italia come amico ho Berlusconi, gli ho chiesto il permesso di incontrare Salvini questa volta. Grazie a Berlusconi e Salvini le attuali relazioni bilaterali tra Italia e Ungheria in economia sono ottime e anche nella politica di sicurezza. In fatto di politica sono molto migliori, mentre con i vostri precedenti governi la collaborazione era cattivissima: ci insultavano di continuo, non me personalmente, ma gli ungheresi".

Per quanto riguarda le politiche migratorie, Orban spiega: "I Paesi si suddividono in due grandi blocchi. Qual è l'obiettivo della nostra politica? Bruxelles dice, e così tedeschi, francesi e spagnoli, che la loro politica consiste nel gestire al meglio l'immigrazione. In tutti i documenti europei si dice questo. Noi, che siamo nel campo opposto diciamo invece che l'obiettivo è fermarla. Per questo noi e Salvini abbiamo la stessa posizione". L'Ungheria "è la prova del fatto che i migranti in terraferma possono essere fermati e qui arriva la missione di Salvini. Lui dovrebbe dimostrare che questi migranti possono essere fermati anche via mare. E finora nessuno dei politici si è assunto questo compito, né in Portogallo, né in Spagna né in Francia. È il primo politico nel Mediterraneo che si è assunto questa responsabilità. L'accoglienza diffusa non la riteniamo ragionevole. Quando i migranti sono già entrati, il compito degli Stati non è suddividerli, ma riportarli a casa loro. In questo l'Italia può contare sull'Ungheria perché in questa impresa noi saremo disponibili a riportarli da dove sono venuti. Se invece ce li spartissimo, sarebbe un segnale che gli scafisti hanno vinto. Sarebbe un invito. Se loro arrivassero, e venissero ricollocati, sarebbe una vera e propria lettera d'invito. La gente può essere salvata dall'annegamento in acqua se li convinciamo a non partire. Riusciamo a farlo soltanto se diamo loro la prova che non possono entrare. A quel punto non verranno".

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