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Farah, costretta ad abortire in Pakistan, al sicuro in ambasciata: “Presto sarà in Italia”

Farah è al sicuro e dovrebbe tornare in Italia nei prossimi giorni. La diciannovenne pakistana residente a Verona, portata con l’inganno dalla famiglia in patria e costretta ad abortire, attualmente si trova nella residenza dell’ambasciatore italiano a Islamabad. Lo ha annunciato il ministro Angelino Alfano.
A cura di Susanna Picone
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Farah, la diciannovenne pakistana residente a Verona e portata dai genitori nel suo Paese d’origine per farla abortire contro la sua volontà, è al sicuro. La giovane attualmente si trova nella residenza dell'ambasciatore italiano a Islamabad e nei prossimi giorni tornerà in Italia. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che in un tweet ha rassicurato sulle condizioni della studentessa e confermato che la Farnesina è al lavoro per riportarla in Italia. Alfano ha postato anche una foto di Farah nuovamente sorridente con alle spalle una bandiera dell’Italia e una europea. La giovane pakistana ha usufruito del sostegno del personale della rappresentanza e della protezione di due carabinieri. Dato che il suo passaporto non si trova – probabilmente è stato distrutto – le verrà rilasciato un documento provvisorio di rimpatrio che le permetterà di rientrare in Italia.

Venerdì, grazie ad un’operazione condotta dalla polizia pakistana a seguito della segnalazione pervenuta dall’Italia, Farah era stata liberata. La giovane è stata trasferita in un luogo protetto e poi è stata presa in consegna dalle autorità diplomatiche italiane. La studentessa veronese nei mesi scorsi era stata portata dalla famiglia in Pakistan con l'inganno e obbligata ad abortire. Farah aspettava un bambino da un coetaneo di Verona. Stefano Bertacco, assessore comunale ai servizi sociali di Verona, ha detto di augurarsi che “si concretizzi il suo sogno di ritornare in Italia”. “Ho di nuovo ribadito alla Farnesina – ha aggiunto Bertocco – la completa disponibilità del Comune ad accoglierla nelle nostre strutture protette. Ci auguriamo che, una volta in Italia la sua destinazione finale sia Verona, la città dove risiede da dieci anni e che la sta aspettando”. “A garantire la sicurezza di Farah, se mai ce ne fosse ancora bisogno, ci pensiamo noi. Siamo pronti anche per il sostegno psicologico che potrebbe essere necessario per voltare pagina”, ha detto ancora l’assessore.

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