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“Tu festeggiavi e noi eravamo in terapia intensiva”: bufera su Boris Johnson che si scusa

Ondata di sdegno nel Regno Unito per la notizia che in pieno lockdown lo staff del Premier Boris Johnson ha organizzato un party con decine di invitati tra i dipendenti di Downing Street.
A cura di Antonio Palma
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“Tu festeggiavi e noi seppellivamo i nostri cari e curavamo le persone in terapia intensiva”, si riassume in questa fase l’ondata di sdegno che ha sollevato nel Regno Unito la notizia che in pieno lockdown lo staff del Premier Boris Johnson ha organizzato e partecipato a un party con decine di invitati tra i dipendenti di Downing Street. Sui social centinaia di persone hanno voluto condividere quello che stavano facendo in quella giornata del 10 maggio 2020 quando il primo ministro e il suo staff ha dato vita a una festa nel giardino della presidenza mentre al resto del Paese era vietato ogni tipo di assembramento.

Le accuse a Boris Johnson

Tra i britannici c’è chi ricorda di aver dovuto seppellire i quei giorni un proprio caro colpito dal covid senza poterlo salutare per l’ultima volta perché non era consentito dalle regole, c’è chi ricorda di non aver potuto essere vicino ai propri congiunti in ospedale e semplicemente di non aver potuto festeggiare i compleanni o di quanto fosse dura la vita in isolamento. Esempi che contrastano con quanto avvenuto al numero 10 di Downing Street dove politici e impiegati si sono dati appuntamenti per una festa a base di alcol. "Mentre mio fratello giaceva morto e mio marito stava morendo, il personale di Downing Street è stato invitato a un drink party nel giardino per trarre il massimo dal bel tempo" ha scritto una dona riferendosi alla email diffusa dai giornali inglesi e che ha scatenato le polemiche.

L'email di invito al party di Downing Street

La missiva elettronica è stata inviata dal principale segretario personale di Boris Johnson, Martin Reynolds, e indirizzata a tutti i dipendenti dell’ufficio, circa un centinaio di persone. “Ciao a tutti, dopo quello che è stato un periodo incredibilmente intenso, abbiamo pensato che sarebbe stato bello sfruttare al meglio il bel tempo e bere qualcosa nel giardino al numero 10 questa sera. Per favore, unisciti a noi dalle 18 e porta il tuo alcolico” era scritto nell’email resa pubblica di media locali. Alla fine all’evento hanno partecipato tra le 30 e le 40 persone mentre per le stesse regole del governo erano vietati incontri al di fuori del nucleo familiare tranne che con un'altra persona di un'altra famiglia.

Boris Johnson: "Mi scuso ma era evento di lavoro"

Chiamato in causa in parlamento, Boris Johnson ha riferito che, quel 20 maggio, lui effettivamente si recò in giardino per ringraziare i suoi collaboratori del lavoro svolto, ma che si trattenne per solo 25 minuti e poi rientrò all'interno e che comunque era convinto si trattasse di un evento di lavoro. "Voglio scusarmi. So che le persone in tutto il Paese hanno fatto sacrifici straordinari. Conosco la rabbia che provano contro il governo e me. Anche se non posso anticipare le conclusioni dell'inchiesta, abbiamo sbagliato" ha spiegato sostenendo però che le regole non sarebbero state "tecnicamente violate".

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