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La morte di George Floyd in Usa

Scontri tra manifestanti pro-Trump e Black Lives Matter a Portland: un morto

La persona uccisa, sembra da un’arma da fuoco, farebbe parte di un gruppo di manifestanti pro Donald Trump arrivati in città ieri a bordo di centinaia di camion e fuoristrada. Sostenitori del presidente e manifestanti del movimento Black Lives Matter si sono scontrati per le strade della città per tutto il pomeriggio.
A cura di Enrico Tata
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Un uomo è stato ucciso ieri a Portland, Oregon, città in cui da tre mesi sono in corso dure proteste legate ai casi di George Floyd, soffocato da un poliziotto a fine maggio, episodio che ha dato il via al movimento Black Lives Matter, e a quello di Jacob Blake, colpito alla schiena cinque giorni fa da sette proiettili sparati da un agente di Wisconsin. La persona uccisa, sembra da un'arma da fuoco, farebbe parte di un gruppo di manifestanti pro Donald Trump arrivati in città ieri a bordo di centinaia di camion e fuoristrada. Sostenitori del presidente e manifestanti si sono scontrati per le strade della città per tutto il pomeriggio. La polizia di Portland riporta che il corteo stava "percorrendo tutto il centro di Portland" e che "ci sono stati alcuni casi di violenza tra manifestanti e contro-manifestanti. Gli ufficiali sono intervenuti e in alcuni casi hanno effettuato arresti". Gli agenti sono intervenuti dopo aver sentito spari tra la folla alle 20.45. L'omicidio è avvenuto sicuramente nell'area in cui sono venuti a contatto i militanti pro-Trump e i manifestanti, ma non è chiaro se gli spari siano collegati alle proteste. L'uomo ucciso indossava un cappello dei Patriot Prayes, un gruppo di estrema destra di Portland che già in passato si era scontrato con i manifestanti, riporta il New York Times.

Le proteste in molte città statunitensi

Le potreste sono cominciate a fine maggio a Minneapolis dopo la morte di George Floyd, ma si sono moltiplicate per tutta l'estate in moltissime città degli Stati Uniti: Atlanta, Boston, Charlotte, Chicago, Cleveland, Dallas, Denver, Detroit, Houston, Indianapolis, Jacksonville, Kansas City, Las Vegas, Los Angeles, Louisville, Miami, Nashville, New Orleans, New York, Filadelfia, Phoenix, Pittsburgh, Portland, Richmond, Salt Lake City, San Francisco, Seattle e Washington. Dopo il caso di Jacob Blake le proteste si sono inasprite ancora di più e il presidente Trump, impegnato nella campagna elettorale per la riconferma alla Casa Bianca, sta cercando di addossare ai democratici la responsabilità delle proteste: "Non fate errori, se date il potere a Joe Biden, la sinistra radicale toglierà i fondi ai dipartimenti di polizia di tutta l'America, renderanno tutte le città simili a Portland, nessuno sarà al sicuro nell'America di Biden. Durante la loro convention, Joe Biden e i suoi sostenitori sono rimasti del tutto in silenzio sui rivoltosi e sui criminali che diffondono il caos nelle città a guida democratica. Noi assumeremo più polizia e inaspriremo le pene per le aggressioni alle forze dell'ordine", ha detto Trump promettendo "legge e ordine", ma senza mai citare il caso di Jacob Blake.

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