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L’uso di cannabis sintetica aumenta il rischio ictus anche nei giovani

L’avvertimento lanciato da un gruppo di ricercatori statunitensi dopo aver studiato approfonditamente il caso di un 25enne portato al pronto soccorso in uno stato confusionale. Il giovane era stato vittima di ictus nonostante la giovane età e non aveva una storia familiare di malattie cardiache o di fattori di rischio cardiovascolari tradizionali.
A cura di Redazione
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Chi fa uso di cannabis sintetica come la Spice o la K2 aumenta in modo significativo il suo rischio di essere vittima di improvvisi ictus che possono colpire indistintamente anche i giovani.  È questo  l'avvertimento lanciato dai ricercatori del Roswell Park Cancer Institute e della State University di New York dopo un approfondito studio sul caso di un detenuto di 25 anni, portato al pronto soccorso in uno stato confusionale, con debolezza al lato destro del corpo e incontinenza intestinale e poi vittima di una grave disabilità permanente. Dopo gli accertamenti clinici, i medici gli hanno riscontrato un ictus ischemico acuto insieme a una cardiomiopatia ischemica. Studiando la sua storia clinica si è scoperto però che la malattia era stata indotta proprio dai cannabinoidi  sintetici.

Un caso particolare e significativo sia per la giovane età della vittima che per il fatto che non aveva una storia familiare di malattie cardiache o di fattori di rischio cardiovascolari tradizionali. Il ragazzo infatti era stato portato in Pronto soccorso in uno stato di grave confusione dopo che gli agenti di polizia penitenziaria lo avevano trovato collassato sul pavimento del bagno, ma dagli accertamenti era emerso che i tradizionali fattori di rischio cardiovascolare erano tutti nella norma.

Nonostante il nome, questo tipo di droga in realtà è un gruppo eterogeneo di sostanze stupefacenti completamente  diverse dal Thc, il principio attivo della cannabis sia nella struttura chimica sia nella potenza, ma attivano gli stessi recettori dei cannabinoidi nel cervello creando un picco euforico dopo l'inalazione o l'ingestione. Già precedenti studi avevano descritto alcuni effetti indesiderati frequenti per chi fa largo uso di questo tipo di sostanze come ansia, psicosi, tachicardia, bradicardia, dolore toracico, ipotensione, sincope, necrosi tubulare acuta e tromboangioite obliterante. Ora la ricerca statunitense, che è  stata pubblicata su British medical journal – Case reports, aggiunge il rischio ancora più grave di ictus.

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