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I giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov hanno vinto il Premio Nobel per la pace 2021

Maria Ressa e Dmitry Muratov sono i vincitori del Premio Nobel per la Pace 2021. Libertà d’espressione e una stampa libera sono le basi per la una società democratica ha spinto il Comitato per il Nobel ad assegnare il Premio ai due giornalisti che ne hanno difeso i principi nei rispettivi paesi.
A cura di Chiara Ammendola
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Maria Ressa e Dmitry Muratov sono i vincitori del Premio Nobel per la Pace 2021. I due sono stati premiati per aver difeso la libertà d'espressione nei rispettivi paesi grazie al loro lavoro. "Ressa e Muratov hanno difeso la democrazia e la pace rispettivamente nelle Filippine e in Russia – ha spiegato il Comitato –  allo stesso tempo rappresentano tutti quei giornalisti che lottano per la libertà di stampa. Maria Ressa ha usato ha denunciato violenze e abuso di potere nelle Filippine, ha dimostrato di essere una paladina della libertà d'espressione. Dmitry Muratov per decenni ha difeso la libertà d'espressione in Russia, nel 1993 è stato uno dei fondatori del giornale indipendente Novaja Gazeta, che negli anni ha denunciato corruzione, violenze della polizia e abusi di potere dell'esercito russo fuori e dentro la Russia. Negli anni il giornale è stato vittima di minacce: sei sono i giornalisti uccisi negli anni, tra i quali anche Anna Politkovskaja".

L'annuncio è giunto oggi venerdì 8 ottobre da parte del Comitato per i Nobel norvegese a Oslo, in Norvegia. Ben 329 tra persone e organizzazioni i nominati che hanno costituito di fatto il numero più alto in assoluto di candidati all'agognato premio. Lo scorso anno il premio è stato vinto dal World Food Programme, il Programma alimentare mondiale, agenzia dell'Onu con sede a Roma, per il suo impegno nella lotta contro la fame nel mondo, che era riuscito ad imporsi su altri 318 autorevoli candidati, tra i quali figurava ancora Greta Thunberg.

Tanti i nomi favoriti alla vittoria del Premio Nobel per la Pace 2021 c'erano proprio Greta Thunberg, giovane attivista svedese e simbolo della lotta al cambiamento climatico, giunta alla sua terza candidatura, e l'OMS, l’Organizzazione mondiale della Sanità in prima linea nella lotta alla pandemia. Tanti anche i nomi di organizzazioni ed attivisti o esponenti politici come la leader dell'opposizione bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya e Alexei Navalny, il blogger russo e leader dell'opposizione in carcere dal gennaio scorso dopo essere stato avvelenato oltre un anno fa in Siberia. Tra le organizzazioni figuravano invece Reporter senza frontiere (Rsf) ed il Comitato per proteggere i giornalisti (Cpj), che rappresentano "l'importanza dei media indipendenti" e la necessità di "combattere le fake news", ha spiegato il direttore dell'Istituto di ricerca della pace di Oslo, Henrik Urdal, che ogni anno pubblica la sua shortlist sui candidati più probabili al massimo riconoscimento.

A selezionare il vincitore del Premio Nobel per la Pace sono, secondo il regolamento, i cinque membri del Comitato per il Nobel norvegese, nominati per cinque anni dal parlamento di Oslo scegliendo fra le candidature inviate da membri e vincitori passati, da parlamentari e capi di Governo stranieri, da organizzazioni e istituzioni internazionali, da docenti universitari e membri del tribunale dell’Aja. La cerimonia di premiazione si terrà a dicembre, con i vincitori che riceveranno medaglie e diplomi nei loro paesi d'origine.

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