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Detrazioni fiscali al 19%, quali sono i bonus a rischio per chi non paga in contanti

Dal 2020 chi non effettuerà alcune spese con pagamenti tracciabili (quindi dicendo addio al contante) non potrà accedere alle detrazioni fiscali al 19%. L’effetto che questa novità potrebbe avere è che vadano persi fino a quasi 500 milioni di euro di bonus. Ecco quali sono le spese a rischio e quali, invece, si potranno ancora effettuare in contanti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Con la legge di Bilancio viene introdotto l’obbligo di pagare con mezzi tracciabili alcuni beni e servizi per poter approfittare delle spese detraibili al 19%. Ovvero, per poter accedere allo sconto fiscale sarà necessario effettualmente i pagamenti tramite carta, bancomat, bonifici o assegni. Niente più contanti. Un principio che varrà per quasi tutte le detrazioni al 19%, fatta eccezione per le spese mediche (medicinali e prestazioni in strutture pubbliche e convenzionate). Queste nuove regole potrebbero avere una conseguenza di rilievo, come spiega il Sole 24 Ore citando la relazione tecnica alla manovra nella quale si sostiene che questa misura porterà un risparmio per lo Stato di 496 milioni su un totale di 3,2 miliardi di detrazioni riguardanti il nuovo obbligo. L’ipotesi è che parte di quelle spese verrà comunque effettuata ancora in contanti, per ignoranza della legge, per scelta o per altri motivi. Il servizio bilancio del Senato ha espresso i suoi dubbi su questa stima, ma resta il fatto che il rischio di un calo dei beneficiari delle detrazioni è più che plausibile.

Quali detrazioni al 19% non si possono già pagare in contanti

Dal 2014 al 2018 le persone che hanno approfittato di queste detrazioni sono cresciute del 6,7%, ovvero un aumento di 1,3 miliardi. Un dato che invece, in controtendenza con gli ultimi anni, potrebbe diminuire. Il Caf Acli ha valutato per il Sole 24 Ore l’impatto di 51 bonus (sia detrazioni che deduzioni) su 1,3 milioni di dichiarazioni. Per dieci di questi bonus il cash è già vietato. Per altri 23 è di fatto impossibile, come nel caso dei premi assicurativi che “nessun assicuratore può più incassare in contanti”. O, ancora, come la rata del mutuo e le tasse universitarie.

Restano 18 spese che possono essere effettuate anche in contanti. Su 15 di queste la promessa del governo è quella di intervenire nella manovra del 2020. Lo sconto attualmente più diffuso, tra quelli al 19%, riguarda le spese mediche (si parla del 75% delle dichiarazioni tramite Caf Acli). Poi, a netta distanza (andiamo dal 7% in giù), troviamo le attività sportive per bambini e ragazzi, gli abbonamenti del trasporto pubblico, le spese veterinarie e quelle funebri.

Spese detraibili al 19%, quali sono pagabili in contanti e quali no

Ci sono alcune spese che i contribuenti potranno continuare a effettuare in contanti, accedendo ugualmente alla detrazione al 19%: si tratta di quelle per medicinali, dispositivi medici e prestazioni sanitarie erogate da strutture pubbliche o accreditate. Non rientrano, invece, le spese per visite private specialistiche: in quel caso è necessario utilizzare pagamenti tracciabili. Per tutte le altre spese che prevedono detrazioni al 19%, dunque, è obbligatorio il versamento bancario o postale oppure ricorrere a carte, bancomat e assegni.

Ci sono alcune spese che finora era possibile effettuare in contanti e che da ora in poi si dovrà effettuare solo in maniera tracciabile. Le principali, a parte le già citate spese per visite specialistiche in privato, sono: le spese scolastiche, l’affitto per studenti universitari, le spese sportive per le attività dei ragazzi, le spese per il trasporto pubblico, le spese veterinarie, quelle funebri, le spese per il restauro dei beni soggetti a regime vincolistico e quelle per il mantenimento dei cani guida.

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