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Decreto fiscale, si riapre la rottamazione ter: si può saldare il debito fino a novembre

Il decreto fiscale collegato alla manovra prevede la riapertura dei termini per il pagamento della rottamazione ter: la scadenza per chi ha presentato domanda ad aprile era prevista (per la prima o l’unica rata) a luglio, ma ora viene spostata al 30 novembre, per uniformarla a coloro i quali abbiano presentato la richiesta dopo la riapertura dei termini.
A cura di Stefano Rizzuti
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C’è ancora tempo per pagare la prima rata della rottamazione ter. Un articolo presente nella bozza del decreto fiscale collegato alla manovra, infatti, prevede una “riapertura del termine di pagamento della prima rata della rottamazione ter”. La scadenza della rata viene spostata dal 31 luglio 2019 (quindi già passata) al 30 novembre del 2019. Una decisione che dipende dalla volontà di evitare che ci siano disparità di trattamento tra chi ha presentato la domanda per aderire alla rottamazione entro il 30 aprile e chi, invece, lo ha fatto approfittando della riapertura del termine che permetteva di presentare la domanda entro il 31 luglio. Quindi si potrà pagare la rata (unica o una delle tante) per tutti alla stessa data, quella di fine novembre.

La nuova scadenza della rata della rottamazione ter

L’articolo del decreto fiscale prevede semplicemente che “la scadenza del pagamento del 31 luglio è fissata al 30 novembre 2019”. Un intervento, si ricorda nella relazione illustrativa, che ha l’obiettivo di “evitare disparità di trattamento tra i debitori che hanno tempestivamente presentato la propria dichiarazione di adesione alla c.d. “rottamazione-ter” entro il  30 aprile 2019 – ovvero che provengono dalla c.d. “rottamazione-bis” o siano stati colpiti dagli eventi sismici verificatisi nel 2016 nell’Italia Centrale – e quelli che hanno fruito della  riapertura del termine di relativa presentazione alla data al 31 luglio 2019”.

Per i primi, infatti, il pagamento delle somme dovute doveva essere effettuato, in unica soluzione o nella prima delle rate previste, entro il 31 luglio. Per gli altri, invece, la prima (o unica rata) va saldata entro il 30 di novembre, avendo aderito alla rottamazione solo in un secondo momento. Il governo prevede che il differimento del termine di pagamento non avrà “effetti negativi sul gettito, atteso che la nuova scadenza è fissata entro il 30 novembre dello stesso anno”. Rimangono invariate, quindi, le previsioni di maggior gettito già previste.

Rottamazione ter, i dati dell'Agenzia delle Entrate

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, si dice convinto che possano essere raggiunti i nove miliardi di riscossione nel 2019, cifra che potrebbe persino essere superata di poco, come spiega in audizione alla Camera: “Ad oggi la prima rata della rottamazione ter scaduta il 31 luglio ha visto pagamenti pari al 54,5% sulle domande, con un trend in crescita rispetto alle precedenti edizioni della rottamazione”. Finora sono già stati riscossi sei miliardi (in totale, tra riscossione ordinaria e rottamazione), anche “grazie agli incassi derivanti dalla prima rata della rottamazione ter che ammonta a oltre 1,6 miliardi, mentre oltre 4,3 dalla riscossione ordinaria”. Maggiore ricorda ancora che le domande presentate per la rottamazione ter sono state 1,4 milioni per un valore corrispondente a circa 21 miliardi in cinque anni.

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