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Dl sicurezza, dissidenti M5s ritirano gli emendamenti: Il Pd protesta e abbandona i lavori

I dissidenti del Movimento 5 Stelle alla Camera sul decreto Sicurezza hanno deciso di ritirare gli emendamenti presentati. Nessuna protesta e nessun cambio del provvedimento, dunque, che lunedì verrà approvato alla Camera. In commissione Affari costituzionali si dovranno votare 600 emendamenti entro stasera, ma il Pd denuncia che non ci sarà alcuna discussione e abbandona i lavori.
A cura di Stefano Rizzuti
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È tutta in discesa la strada per il decreto Sicurezza e la sua approvazione alla Camera. Il Movimento 5 Stelle ha infatti ritirato gli emendamenti presentati in commissione Affari costituzionali alla Camera e il provvedimento viaggia spedito verso l’approvazione che dovrebbe arrivare stasera in commissione e lunedì in Aula. “Sta andando tutto molto veloce in commissione – spiega il deputato della Lega Gianluca Vinci -. È l'esito di accordi presi dai vertici, credo. Del resto nei giorni scorsi il presidente della commissione, Brescia (M5S), aveva annunciato che non ci sarebbe stato ostruzionismo da parte loro”. E così i 18 ribelli del M5s che avevano annunciato la presentazione di alcuni emendamenti hanno fatto marcia indietro, ritirando le richieste di modifica presentate per aprire un dialogo sulla misura in tema di protezione speciale per alcune categorie di migranti, Sprar e restrizioni sulla vendita dei beni confiscati.

Il passo indietro arriva dopo le minacce di Matteo Salvini degli scorsi giorni, quando diceva che se non fosse stato approvato il decreto entro il 3 dicembre sarebbe saltato tutto. Oggi il ministro dell’Interno è tornato sul tema: “Il calendario  dice che o il decreto diventa legge entro il 3 dicembre o abbiamo perso mesi di lavoro inutilmente. Ci sono centinaia di emendamenti delle opposizioni e io  quel decreto l'ho modificato più volte però ci rimane una settimana di tempo e siccome ci sono tanti provvedimenti che garantiscono più sicurezza agli italiani, prima diventa legge meglio è”.

Il Pd abbandona i lavori della commissione

I lavori della commissione Affari costituzionali sono iniziati in mattinata e dovrebbero concludersi questa sera, ma ci sono 600 emendamenti da esaminare e da votare. Una sorta di mission impossible, secondo il Pd. Tanto che i suoi deputati in commissione hanno deciso di abbandonare i lavori e ritirare gli emendamenti presentati: “Il decreto sicurezza è in ritardo perché hanno litigato sulla corruzione, chiusura a qualsiasi dialogo – scrive Emanuele Fiano su Twitter –. Fanno finta di votare 600 emendamenti in commissione in poche ore. Il presidente Brescia annuncia parere contrario a tutto. Lunedì verrà la fiducia. Noi abbandoniamo i lavori”. Gli fa eco Gennaro Migliore, capogruppo dem in commissione: “Siamo arrivati a discutere 5 emendamenti da stamattina alle 10, e ce ne sono 600. Non abbiamo intenzione di rimanere fino alle 19 facendo finta di nulla, come se fosse una situazione normale. Abbiamo chiesto di discutere sabato e domenica, ma la maggioranza non era disposta”.

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