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Francesca Michielin: “Ho scritto un romanzo perché le canzoni raccontano sempre meno storie”

Francesca Michielin ha pubblicato il suo romanzo d’esordio “Il cuore è un organo” per Mondadori, una storia di formazione con protagonista una giovane cantautrice.
A cura di Francesco Raiola
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Verde è una giovane cantautrice che scopre la morte di quella che per anni è stata la sua migliore amica, nel giorno in cui avrebbe dovuto esibirsi nel suo paese. Da questo momento per Verde la vita e la prospettiva del futuro cambiano completamente, come scopriremo quando saremo presi per mano e accompagnati sul palco, in Chiesa durante un funerale, mentre qualcuno cerca di farla diventare una star e soprattutto quando la giovane cantautrice fugge da tutto e si rintana a casa di una vecchia star della musica italiana che un giorno decise di scegliere il silenzio e l'oblio. È la storia che Francesca Michielin racconta ne "Il cuore è un organo" il suo romanzo d'esordio pubblicato da Mondadori e schizzato subito nella top 10 dei libri più venduti. Cantautrice, presentatrice, autrice di podcast, Michielin ha da sempre raccontato come il suo interesse sia in tutto ciò che è scrittura e creatività e questo libro nasce da un'esigenza che ha dentro da anni e che pian piano ha preso forma. "Il cuore è un organo" è un romanzo che attraversa il cuore e la mente di una ragazza all'inizio degli anni 2000, quando i social non sono come li conosciamo ma Myspace era ciò che il talent sarebbe stato in futuro. Verde deve combattere contro il pregiudizio, con l'elaborazione del lutto, contro un mercato discografico difficilissimo per le donne. Temi che Michielin conosce bene e che riversa nelle pagine di una storia che è soprattutto al femminile, dove protagoniste con lei sono Anna, l'amica morta, e Regina, ex star e in cui gli uomini incarnano il ruolo dell'inetto. All'interno del libro, poi, c'è una metacanzone, un brano nato all'interno della storia che rispetta anche il suono degli anni in cui è ambientato, come la cantautrice ha spiegato a Fanpage.it.

Quando hai capito che avevi una storia da raccontare?

È da quando sono molto piccola che voglio scrivere questo romanzo e addirittura l'incipit di questo capitolo l'ho scritto più di dieci anni fa. Col passare degli anni, però, è nata in me l'esigenza di raccontare una storia di questo tipo che ha come cornice il contesto musicale, quindi ci ho messo tanto del mio, degli incontri che ho fatto e della consapevolezza che ho acquisito in questi anni nel fare musica.

Due scritture diverse anche per significato, no?

In questi anni la musica è diventata uno spazio di grande affermazione della propria personalità, ci siamo allontanati sempre di più da quel tipo di canzoni che raccontano le storie. Pensando anche ai grandi cantautori e alle grandi cantautrici della nostra tradizione italiana ho sentito l'esigenza di creare uno spazio per raccontare una storia fuori dalla musica, perché la musica è ancora una sorta di confessionale per me, mentre la scrittura narrativa poteva diventare lo spazio giusto per parlare di una storia e prendersi tutto lo spazio per farlo.

In che modo differiscono le tre protagoniste dai personaggi maschili?

I personaggi maschili sono i cosiddetti inetti, coloro che scelgono di non scegliere, invece le donne di questa storia devono scegliere anche contro quello che la società le chiede, perché sono tre donne ribelli e devono andare oltre il tipo di schema che è stato loro imposto.

Quanto è importante per te e per loro il concetto di percorso a cui fai spesso riferimento?

Di fatto, questo è una sorta di romanzo di formazione perché c'è un'evoluzione da parte delle protagoniste, ma anche il coraggio di fallire, quindi non è un percorso lineare ma una costellazione di successi e un insieme di tante cadute, c'è la volontà di far riflettere i lettori e le lettrici che nella vita conta il percorso, contano anche gli errori e il lusso di fallire come dice Verde.

A un certo punto si ha l'impressione che i tuoi pensieri emergano in un monologo di Regina. Quanto c'è di autobiografico nel libro?

Quando mi dicono che è un romanzo autobiografico rispondo che non lo è però sicuramente ho messo in Regina e in quel capitolo la mia visione delle cose e della musica pop.

Ottano è il brano che hai fatto nascere dalla mente di Verde, all'interno del romanzo. Come hai lavorato su questa metacanzone?

Sì, è metacanzone, perché l'ho dovuta scrivere ma non come avrei fatto io, l'ho scritta pensando che la stava scrivendo Verde. Ho dovuto fare uno studio ad hoc, per quanto riguarda l'arrangiamento del pezzo, che è molto 2005 – quindi mi sono rimessa ad ascoltare le cose che si ascoltavano più di 15 anni fa -, ma anche per la tablatura che c'è nel libro è scritta in linguaggio chitarristico, cosa che non conoscevo. Ottanio racchiude il senso del romanzo, quando dice chi sono gli altri per dirci che cosa siamo, se siamo blu o ottanio, c'è questa rivendicazione che torna anche nel libro.

Quali sono i tuoi riferimenti letterari e a quale scrittore o scrittrice ti sei ispirata per scrivere questa storia?

Io ho questo grande mito dell'infanzia che è Bianca Pitzorno a cui mi sono ispirata per queste figure femminili anticonvenzionali, poi c'è Italo Calvino che è sempre stato il mio scrittore di riferimento, anche come saggista e poi, in generale, leggo un sacco di poesia, soprattutto Mariangela Gualtieri che è la mia preferita.

Qual è stata la maggiore difficoltà nell'approccio alla scrittura romanzesca?

Mi sono resa conto che scrivere la forma romanzo è super complesso, perché non basta lo slancio creativo, non basta l'intuizione, ma servono disciplina, uno schema, una scaletta, tutte cose che ho rifuggito, ma di fatto il romanzo ha una scrittura che spesso sfugge dall'ambito della prosa, perché ci sono parti più di poesia e flusso di coscienza.

La Letteratura è un campo nuovo per te, come sei stata accolta?

Per ora ho ricevuto molti commenti e critiche positive, cosa non scontata, sono entrata nel mondo della letteratura in punta di piedi, cercando di realizzare il libro migliore che potessi scrivere. Forse a differenza di un disco, che magari quando lo riascolti avresti voluto aggiungergli qualcosa, in questo romanzo so di aver dato tutto, è molto ponderato e per cui ho riflettuto a lungo, non l'ho fatto per farlo ma perché ci tenevo. Sta andando super bene, c'è già stata la seconda ristampa e non era scontato.

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