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Matera 2019

Da “vergogna nazionale” a capitale della cultura: cosa direbbe Togliatti oggi se vedesse Matera?

Nel 1948, dopo la denuncia di Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”, il segretario del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti in visita a Matera definì le condizioni degli abitanti nei Sassi una “vergogna nazionale”. Dopo di lui arrivarono i progetti di Adriano Olivetti e la Legge speciale di Alcide De Gasperi. Cosa direbbero tutti loro oggi se potessero ammirare la Capitale della cultura 2019?
A cura di Redazione Cultura
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Nel 1945, mentre l'Italia usciva faticosamente dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, Carlo Levi pubblicava il suo libro più famoso, “Cristo si è fermato ad Eboli”, con cui raccontò meglio di chiunque altro cosa erano i Sassi di Matera fino agli anni ’50. Luoghi, perlopiù sotterranei, dove vivevano ammassate in condizione di degrado, incuria e senza standard sanitari minimi migliaia di persone. La mortalità infantile a Matera a quei tempi era una dramma. Ma all'epoca i libri avevano un valore, soprattutto per gli uomini politici, che li leggevano e se ne lasciavano ispirare nella loro azione politica.

Fu così che la denuncia di Carlo Levi portò Matera al centro dell’attenzione nazionale. La politica italiana iniziò ad interessarsi alla questione, il leader del partito Comunista italiano Palmiro Togliatti per primo giunse nel capoluogo lucano nel 1948 per guardare con i propri occhi gli ambienti malsani in cui gli abitanti erano costretti a vivere in compagnia delle bestie. Così nacque la famosa definizione dei Sassi “Vergogna nazionale”, un male da estirpare con la forza bruta per restituire dignità alle persone.  Tommaso Fiore, Francesco Compagna, Manlio Rossi, George Peck, tanti intellettuali si interessarono alle condizioni di vita dei materani, alla vergogna del nostro Paese. Olivetti ispirò e si occupò dei nuovi rioni in cui trasferire gli abitanti dei Sassi.

Quel che venne dopo è storia nota. Dopo Togliatti, nel luglio del 1950, fu la volta del primo ministro Alcide De Gasperi, successivamente il ministro lucano Emilio Colombo mise a punto un disegno di legge per favorire il risanamento e la soluzione del problema dei Sassi. Il 17 maggio 1952 lo Stato Italiano, con la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi” impose a due terzi degli abitanti della città, circa diciassettemila persone, di abbandonare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni. Il pionieristico e non privo di criticità rione La Martella, poi i borghi Venusio e Picciano, anche loro destinati ad accogliere i contadini che possedevano appezzamenti di terra nelle vicinanze.

Il successivo svuotamento dei Sassi, l'interesse cinematografico, l'abbandono e l'arrivo della modernità. Fino ai giorni nostri. Da quando qualche anno fa è ricominciata la valorizzazione dei "vergognosi" Sassi tutto è cambiato. Locali, b&b, luoghi della creatività, luoghi amati dai turisti: questo oggi sono i Sassi dove un tempo la gente moriva nel degrado. E infatti Matera è stata nominata Capitale europea della cultura 2019, anno che inizia ufficialmente domani. Sarebbe bello che un nuovo Carlo Levi potesse raccontarla, con tutto il bene e il male che il tanto agognato sviluppo si è portato dietro. Sarebbe bello che un nuovo Togliatti venisse qui per leggere, comprendere, dire. E che un De Gasperi prendesse qualche decisione.

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