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Apre al pubblico l’archivio di Gabriel García Márquez: ecco un’anteprima

Il Ransom Centre l’ha annunciato: sta nascendo l’Archivio García Márquez. L’Università del Texas ha acquistato dalla famiglia di Gabo migliaia di documenti fra foto, dattiloscritti, appunti e lettere del Nobel colombiano, con l’intento di conservare le sue memorie nel modo migliore possibile e trasformarle in un patrimonio comune. Tantissime testimonianze di un García Márquez sconosciuto: ecco un’anteprima dei materiali dell’Archivio Márquez.
A cura di Federica D'Alfonso
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Quarantatré album di foto private, dalla giovinezza agli ultimi anni, dieci diverse bozze del racconto inedito "En agosto nos vemos" e più di duemila lettere di amici scrittori, da Graham Greene a Carlos Fuentes: sono solo alcuni degli straordinari documenti privati che sono entrati a far parte dell'Archivio Gabriel García Márquez presso il Ransom Center dell'Università del Texas di Austin. L'annuncio ufficiale è arrivato il 21 ottobre, ma il dipartimento di Austin sta ancora lavorando al restauro di quella che sarà forse una delle documentazioni più complete, affascinanti e particolari del mondo: Gabo non amava aprirsi al pubblico, odiava l'invadenza dei giornalisti e ha conservato per sé, come è giusto che sia, i momenti privati e familiari con amici e parenti, ma anche le faticose elaborazioni dei suoi romanzi, gli appunti, le considerazioni di una vita dedicata alla scrittura. Tutto questo però ora diviene pubblico, per permettere alla memoria di García Márquez di crescere e parlare ancora.

Gli album fotografici contengono le immagini dei momenti privati con la famiglia e gli amici, ma anche foto interessanti di Gabo con Fidel Castro, o con Bill e Hilary Clinton. Di grande interesse sono tutti i dattiloscritti corretti a mano dei sui libri più noti, da "Cent'anni di solitudine" a "L'amore ai tempi del colera". Márquez era ossessivo con i suoi libri, correggeva e riscriveva continuamente interi paragrafi e di tutto questo interminabile lavoro conservava pochissime prove: i documenti ci permettono di entrare quindi in un mondo fin'ora inaccessibile, per scoprirne il processo creativo. Márquez, oltre che ossessivo, è stato sempre molto geloso del suo modo di lavorare e in moltissimi casi, per evitare di esporre l'aspetto più intimo di sé, ha distrutto i suoi quaderni di appunti e le prime bozze originali dei romanzi.

Le centinaia di documenti e fotografie che vanno a costituire il primo nucleo dell'Archivio sono state acquistate dal Ransom Center poche settimane dopo la morte dello scrittore, nel 2014. Grazie al lavoro dell'agente newyorkese Glenn Horowitz la famiglia ha deciso di cedere i ricordi pubblici e privati dello scrittore, per 2 milioni di dollari, all'Università di Austin. Si realizza così il sogno della famiglia Marquez, della moglie Mercedes e dei due figli Rodrigo e Gonzalo, di trovare un luogo dove i ricordi di Gabo non andassero perduti e venissero custoditi. Ma si realizza anche un altro grande sogno: quello degli appassionati e degli studiosi, che da questo momento avranno la possibilità di entrare nel mondo gelosamente custodito per tutta la vita da Gabo.

Restauratori all'opera su alcune foto d'epoca di Gabo (immagine concessa dall'Harry Ransom Center)
Restauratori all'opera su alcune foto d'epoca di Gabo (immagine concessa dall'Harry Ransom Center)

Il Ransom Center ha anche iniziato ad arricchire l'archivio acquistando ulteriori materiali, che chiariranno la vita personale ed intellettuale dell'autore. Una recente acquisizione include 48 lettere scritte da Gabriel Garcia Marquez allo scrittore colombiano Plinio Apuleyo Mendoza fra il 1961 e il 1971. Le lettere rivelano un Garcia Marquez che riflette sul suo lavoro e la sua vita, raccontando successi e difficoltà della sua scrittura. La collezione comprende anche dei dattiloscritti di "Nessuno scrive al colonnello", note scritte a mano su carta, altre lettere e una copia de "Il generale nel suo labirinto", con dozzine di correzioni personali di Gabo.

La nascita dell'Archivio Marquez ha suscitato anche molte polemiche: soprattutto in Colombia, dove lo scrittore nacque nel 1927. Quando è stato reso noto che i documenti più preziosi di Márquez sarebbero stati conservati in una Università degli Stati Uniti, un Paese ostile, che ha negato per anni un visto d'ingresso e che, come hanno rivelato file top secret dell'Fbi declassificati di recente, lo ha spiato per molto tempo, le autorità colombiane hanno protestato. Polemiche che l'università texana ha subito tentato di spegnere: "Márquez è senza dubbio un patrimonio della Colombia, ma la sua opera è universale e qui a Austin noi siamo in grado di offrire la totale collaborazione per tutti coloro che vorranno studiarlo".

"Gli archivi sono fatti per evolversi e crescere", ha detto il direttore del Ransom Center Stephen Enniss. "Implicita in questo processo è la responsabilità intellettuale di continuare ad incrementarli aggiungendo sempre materiali nuovi. L'apertura dell'Archivio Gabriel Garcia Marquez ad Austin non è la fine della storia; è solo l'inizio".

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