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Màrquez controllato per 24 anni dall’Fbi: troppo amico di Fidel Castro

Un dossier di 137 pagine è stato da poco declassificato, rivelando le indagini che per 24 anni l’Fbi ha condotto sullo scrittore colombiano Gabriel Garcia Màrquez. Il Nobel era ritenuto pericoloso per i suoi rapporti con Cuba e la sua amicizia con Castro. Il figlio Rodrigo: “Non mi stupisce”.
A cura di Federica D'Alfonso
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L'Fbi ha tenuto sotto controllo Gabriel Garcia Màrquez per 24 anni, perché ritenuto troppo vicino a Fidel Castro. Nelle 137 pagine del dossier che il Boureau ha declassificato solo ultimamente, l'amicizia del premio Nobel con Castro e la vicinanza ideologica al suo regime fanno emergere un personaggio controverso e pericoloso secondo l'agenzia investigativa statunitense, tanto da dover essere costantemente controllato. "Mi sarei stupito se non fosse stato controllato", ha affermato il figlio Rodrigo, commentando la notizia. Era infatti nota la vicinanza tra lo scrittore e Cuba. Hemingway, John Steinbeck, Chaplin, George Orwell. Ora Gabriel Garcia Márquez: lo scrittore colombiano non è il primo intellettuale a cadere sotto il controllo dell'ufficio investigativo americano.

Nel 1959 Màrquez inizia la collaborazione con "Prensa Latina", l'agenzia giornalistica ufficiale dell'Avana, come corrispondente da Bogotà. È in questo periodo che Gabo incontra di persona Castro, con il quale stringerà un'amicizia decennale. Ma è nel 1961 che lo scrittore diviene "pericoloso" per le autorità statunitensi: quando cioè si trasferisce a New York per continuare il suo lavoro di corrispondente per il giornale cubano. Al suo arrivo, il Federal Bureau of Investigation inizia a preoccuparsi di come questo scrittore fin troppo politicizzato (che aveva già pubblicato "Nessuno scrive al colonnello") potesse riportare a Cuba la politica americana. Non c'è da stupirsi: sono quelli gli anni della Guerra Fredda, e del tentativo di conquistare Cuba con l'attacco alla Baia dei Porci. Anni di fuoco, durante i quali uno scrittore come Màrquez non poteva di certo passare inosservato. La cosa ironica, ha raccontato il figlio Rodrigo, è che Marquez venne cacciato dopo solo un mese da "Prensa Latina": "lo cacciarono perché non era abbastanza radicale".

Gabo con Fidel Castro nel dicembre del 1986
Gabo con Fidel Castro nel dicembre del 1986

Fu Edgar J. Hoover a dare l'ordine di controllare strettamente Màrquez, aprendo il fascicolo che verrà chiuso soltanto nel 1985. Ventiquattro anni di informazioni ed annotazioni: Màrquez viene descritto come un uomo "tarchiato", con grossi baffi e che parla un pessimo inglese. La prima annotazione è quella del direttore dell'FBI Hoover, che l'8 febbraio 1961 scrive: "Qualora dovesse entrare nel territorio degli Stati Uniti, questo ufficio deve essere subito avvisato".

Negli anni, il dossier si riempie di ritagli di giornale, articoli e dichiarazioni, mentre il nome e la letteratura di Gabriel Garcia Màrquez divengono famosi in tutto il mondo. Ventiquattro anni, durante i quali Màrquez pubblica i suoi successi più famosi: Cent'anni di solitudine, nel 1967, fino al Premio Nobel per la Letteratura nel 1982 e al memorabile "L'amore ai tempi del colera" dell'85. Il tutto, sotto l'occhio vigile dell'FBI. Non venne mai emanato alcun provvedimento restrittivo nei confronti di Gabo, a testimonianza del fatto che le informazioni raccolte a proposito dei suoi rapporti con Cuba non erano così pericolose come ipotizzato. Sta di fatto che lo stesso Marquez non si recava mai volentieri negli States.

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