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Crac Mercatone Uno, beffa per i clienti che hanno pagato: niente merce, ecco cosa fare

Oltre ai dipendenti, ad essere rimasti beffati dal fallimento di Mercatone Uno ci son anche centinaia di fornitori e addirittura migliaia di clienti che hanno versato acconti per merce che non hanno mai ricevuto. Addirittura chi ha acceso la finanziaria rischia ora di dover continuare a pagare per un bene che potrebbero non vedere mai.
A cura di Antonio Palma
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Non ci sono solo gli oltre 1800 lavoratori più quelli dell'indotto, che hanno scoperto tutto solo a cose già fatte e attraverso i social, ad essere rimasti beffati nel fallimento di Mercatone Uno c'è anche una marea di fornitori, che avevano dato fiducia all'azienda e non sono stati pagati per la merce, e addirittura i clienti che avevano versato cospicue caparre per beni che probabilmente non vedranno mai più. È quanto emerge dalla complicata situazione del crac della Shernon Holding, il gruppo subentrato nelle scorsa estate alla precedente amministrazione straordinaria di Mercatone Uno. Secondo quanto emerso, in effetti, l'azienda pare abbia continuato a farsi rifornire di materiale e a vendere la merce ancora non in magazzino pur sapendo di essere in profondo rosso già dall'inverno scorso. In pratica Mercatone Uno per mesi avrebbe fatto cassa non pagando fornitori e locatori di molti punti vendita e accettando invece acconti per 20mila ordini mai consegnati che con il fallimento decretato dal Tribunale potrebbero non essere mai più evasi.

Si tratta di clienti di tutti i tipi da chi ha versato poche centinaia di euro a chi migliaia ma ad essere colpite maggiormente sono soprattutto famiglie che avevano pagato l'anticipo per i mobili della loro abitazione, spesso affidandosi anche a finanziarie, e che ora rischiano di rimanere beffate due volte. Chi ha acceso la finanziaria, infatti, rischia ora di dover continuare a pagare per un bene che in realtà probabilmente non riceverà più. Per questo da giorni, oltre ai lavoratori in protesta, davanti ai cancelli dei vari punti vendita chiusi si sono presentati diversi clienti chiedendo cosa fare al riguardo della merce per la quale hanno già versato parte del prezzo. Molti si sono già rivolti alle associazioni dei consumatori che si sono mobilitate chiedendo al governo di tenere in considerazione anche i consumatori nel già difficile tavolo di trattativa appena aperto al Ministero dello sviluppo economico.

"I clienti, così come i dipendenti, sono venuti a conoscenza del fallimento tramite i social network” spiegano da Adiconsum, aggiungendo: “Shernon Holding è stata dichiarata fallita venerdì 24, possibile che nessuno dei dirigenti centrali non abbia pensato a cosa stava accadendo nei punti vendita e alle successive conseguenze? Sollecitiamo la curatela fallimentare a rendersi adempiente rispetto ai contratti già conclusi e attualmente non rispettati, con beni già pagati, in tutto o in parte, ma non consegnati”. “Sono moltissimi i cittadini in queste condizioni che si stanno rivolgendo ai nostri sportelli, in queste ore. È doveroso che il Ministero si occupi anche di loro e trovi una soluzione equa che consenta ai cittadini di entrare in possesso dei beni acquistati o di ottenere la restituzione di quanto speso”  ha affermato invece Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori, aggiungendo: "Non è tollerabile che a rimetterci sia la parte più debole, l’acquirente finale”.

Per questo l'associazione che tutela i consumatori ha chiesto al Ministro di essere convocata al prossimo appuntamento al Mise, previsto per giovedì 30, in rappresentanza dei cittadini che si trovano danneggiati dal fallimento, avendo già pagato per delle merci che non hanno mai ricevuto.  In attesa di un accordo, però, Federconsumatori consiglia a tutti gli utenti di rivolgersi al giudice fallimentare per effettuare l’insinuazione al passivo entro e non oltre il 20 settembre 2019. "Lavoreremo per ottenere l’annullamento dei finanziamenti per quei soggetti che hanno acquistato il bene da Mercatone Uno e non riusciranno più a riceverlo”, ha assicurato Viafora.

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