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Caso Renata Rapposelli, lapsus del figlio a Chi l’ha visto: “Non so perché mi viene Chienti”

Nella puntata del 15 novembre, ‘Chi l’ha visto?’ ha rimandato in onda una vecchia intervista al figlio di Renata Rapposelli. Parlando con il giornalista di Rai Tre, l’uomo accusato di aver ucciso sua madre menziona per errore il luogo dove pochi giorni dopo verrà ritrovato il cadavere della pittrice.
A cura di Angela Marino
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"Non so perché mi viene Chienti…", così il figlio di Renata Rapposelli a "Chi l'ha visto?" alcuni giorni prima del ritrovamento del corpo della pittrice proprio sulla riva del fiume Chienti. Il lapsus involontario di Simone Santoleri, colto proprio nel momento in cui parlava delle ricerche della madre allora solo scomparsa, è stato sottolineato nel corso della puntata del 15 novembre dove sono state ripercorse le tappe delle indagini sull'omicidio della 64enne originaria di Chieti.

Proprio ieri è stata effettuata l'autopsia sul cadavere rinvenuto a Tolentino, nelle Marche. A causa dello stato di decomposizione del corpo, esposto all'azione degli agenti atmosferici e agli animali selvatici per più di un mese, i medici legali Loredana Buscemi e Antonio Tombolinche non hanno potuto stabilire la causa della morte. I risultati del test del DNA , tuttavia, hanno confermato che il corpo è proprio quello della pittrice scomparsa dopo una visita a marito e figlio nella loro casa di Giulianova, in Abruzzo. Per oggi è atteso il sopralluogo dei carabinieri dei RIS nella casa in cui la donna viveva sola ad Ancona.

Indagati ex marito e figlio

Accusati di omicidio e occultamento di cadavere nell'inchiesta del procuratore Andrea Laurino, sono Giuseppe e Simone Santoleri, rispettivamente, l'ex marito e il figlio della sessantaquattrenne. Dapprima ascoltati come persone informate dei fatti, i due sono stati ufficialmente iscritti nel registro degli indagati alcune settimane dopo che la scomparsa di Renata era stata denunciata da un amico del gruppo del suo gruppo di preghiera. L'indomani della visita di Renata, Giuseppe, il suo ex marito era stato ricoverato in psichiatria per una grave crisi, mentre a due giorni fa risale l'intossicazione da farmaci che lo ha portato nuovamente in ospedale. Secondo gli inquirenti non è escluso che l'uomo, fragile e molto provato dai fatti, abbia tentato il suicidio.

Il caso

Padre e figlio si sono trovati concordi nel testimoniare di aver incontrato Renata intorno all'una dello scorso 9 ottobre. La donna era stata raggiunta alla stazione dal suo ex marito, che l'aveva accompagnata in auto nella propria abitazione di via Galilei (dissequestrata alcuni giorni fa dai carabinieri dopo i controlli, ndr.) dove ad attenderla c'era il figlio Simone. Appena varcata la soglia di casa, secondo la ricostruzione, Renata avrebbe fatto dei commenti sulle recenti ristrutturazioni e sarebbe scoppiato un litigio per motivi economici legati all'assegno di mantenimento (200 euro) e ad alcuni arretrati non pagati. Dopo la lite – si cui i vicini affermano di non essersi accorti, come dell'arrivo di Renata – la pittrice sarebbe andata via in auto con il suo ex marito. Sempre secondo quanto testimoniato dai due uomini, Renata avrebbe chiesto di essere accompagnata alla Santa Casa di Loreto, per andare a pregare. Il suo ex marito l'avrebbe, quindi, lasciata in un punto imprecisato sulla strada che porta al Santuario. A incrinare la credibilità della testimonianza, tuttavia, oltre alle condizioni precarie di salute dell'uomo che non sembra in grado di guidare, è arrivato il ritrovamento del corpo della scarpata di Tolentino, a pochi chilometri da Macerata, lo scorso 11 novembre.

Il giallo del cellulare

L'attenzione degli investigatori è ora concentrata sulle attività dei cellulari dei due indagati nelle ore che hanno preceduto il delitto. Quanto al telefono quello che la vittima ha usato fino al suo arrivo a Giulianova, così come la borsa e le chiavi di casa, non è ancora stato trovato.

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