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Bollette a 28 giorni, l’Antitrust sospende gli aumenti annunciati dagli operatori

L’Antitrust ha deciso di sospendere in via cautelare gli aumenti pari all’8,6% su base mensile annunciati dai principali operatori telefonici in concomitanza con il ritorno alla fatturazione mensile imposta per legge.
A cura di Charlotte Matteini
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L'aumento su base mensile pari all'8,6% annunciato dai vari gestori telefonici in concomitanza con il ritorno alla fatturazione mensile non scatterà. La decisione è stata presa dall'Antitrust, che ha stabilito la "sospensione cautelare" dei rincari delle bollette telefoniche decisi dagli operatori dopo l'approvazione della legge per il blocco della cosiddetta fatturazione a 28 giorni. Dopo l'istruttoria avviata qualche settimana fa dall'Antitrust, nell'ambito della quale l'Autorità ha indagato su un presunto accordo sottobanco tra Tim, Vodafone, Fastweb e Wind-Tre relativo agli aumenti dei canoni mensili da introdurre per mantenere quell'8,6% di incassi in più dati dalla vecchia fatturazione a quattro settimane, arriva dunque lo stop ai rincari e un'intimazione: gli operatori dovranno "definire la propria offerta in modo autonomo”. Insomma, quello che a molti clienti è apparso un vero e proprio cartello, con aumenti generalizzati e uguali per tutti i concorrenti, è stato per ora neutralizzato dall'Antitrust.

L'Autorità "ha ritenuto che la documentazione acquisita durante le ispezioni confermi prima facie l’ipotesi istruttoria secondo cui le parti avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13. Al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definirela propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.

La decisione dell'Antitrust è stata accolta con favore dal Codacons e altre associazioni per la difesa dei diritti dei consumatori, che nelle scorse settimane avevano allertato l'autorità proprio circa gli aumenti generalizzati imposti dalla totalità delle grandi compagnie telefoniche operanti in Italia. "Avevamo segnalato la strategia commerciale coordinata e concertata delle compagnie telefoniche per far credere che gli aumenti dell’8,6% non ci fossero e che le modifiche contrattuali dipendessero solo dalla legge, determinando così l’effetto di limitare l’esercizio del diritto di recesso. Ovvio, infatti, che è inutile recedere se tutti fanno la stessa cosa e tutto è dovuto alla legge 172/2017. Peccato che non sia così! Ora speriamo che il procedimento si chiuda con una condanna", ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

A criticare il provvedimento dell’Antitrust, per ora, è la sola Fastweb, che attraverso una nota ha dichiarato “di aver sempre agito correttamente e di aver costantemente perseguito politiche commerciali indipendenti rispetto a quelle dei propri concorrenti. La posizione dell’azienda sia sempre stata nettamente distinta da quella degli altri operatori sul mercato e si è attenuta rigorosamente alla tempistica dettata dalla normativa rilevante ed alle indicazioni fornite da Agcom in merito alle modalità di comunicazione. Soprattutto, in concomitanza con il ritorno alla fatturazione mensile, ha avviato una serie di elementi migliorativi dell’offerta”.

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