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Bardonecchia, governo italiano smentisce Parigi. Minniti: “Fatti gravi, stop agli accordi”

È scontro diplomatico tra la Francia, che sostiene si aver agito in base a vecchi accordi, e l’Italia che smentisce categoricamente. Viminale: “Ora gli sconfinamenti vanno autorizzati ogni volta”
A cura di Antonio Palma
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È scontro tra Italia e Franca dopo la denuncia dello sconfinamento di gendarmi armati sul suolo italiano e la loro irruzione nel centro migranti di Bardonecchia per sottoporre a test alcuni migranti che erano assistiti in un locale della stazione ferroviaria dalla  Ong Rainbow4Africa. Dopo la richiesta di spiegazioni da parte italiana, infatti,  da Parigi non è arrivata alcuna ammissione di colpa né tantomeno scuse tanto da spingere la Farnesina a chiamare l'ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, e a rilasciare  subito dopo un duro comunicato in cui si giudicano "insoddisfacenti e inesatte" le sue affermazioni e si annuncia lo stop a qualsiasi accordo sui controlli transfrontalieri.

"A seguito di quanto accaduto a Bardonecchia nella serata di venerdì 30 marzo, il Ministero degli affari esteri ha immediatamente chiesto spiegazioni alle autorità francesi, sia tramite l'ambasciata di Francia a Roma, sia tramite la nostra ambasciata a Parigi. Non avendo ricevuto alcuna giustificazione per il grave atto (considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri), si è deciso di convocare alla Farnesina l'ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset. In tale occasione, il Direttore Generale per l'Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all'ambasciatore la ferma protesta del Governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni" hanno spiegato dal Ministero degli esteri, smentendo categoricamente le affermazioni francesi.

La Francia aveva sostento che la squadra della brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane, che svolgeva controlli sul Tgv Parigi-Milano, avesse utilizzato il locale adiacente alla stazione di Bardonecchia perché messo a disposizione della dogana francese da tempo in applicazione degli accordi del 1990 tra i due Paesi. La replica italiana però smentisce questa ricostruzione  ricordando che dallo "scambio di comunicazioni intervenuto nel corrente mese tra Ferrovie dello Stato italiane e Dogane francesi, emerge chiaramente come queste ultime fossero al corrente che i locali della stazione di Bardonecchia precedentemente accessibili ai loro agenti non lo sono più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario".

Altrettanto dura la presa di posizione del Viminale, il ministero dell’interno italiano, che in serata ha deciso di dire stop agli sconfinamenti automatici di gendarmi e doganieri in caso di necessità, precisando che da questo momento dovranno essere autorizzati preventivamente di volta in volta. Come spiega il Corriere la nuova linea è stata comunicata ai responsabili del valico di Bardonecchia dal prefetto Massimo Bontempi, capo del Dipartimento Immigrazione. "Un passo necessario per difendere la nostra sovranità di fronte a un atteggiamento che è apparso subito arroccato senza che ci fosse un motivo valido per agire in questo modo" ha spiegato il Ministro Minniti . "Considero grave quello che è avvenuto a Bardonecchia. Con tempestività si è convocato l'ambasciatore francese a Roma e la nota della Famesina, a cui come appare evidente si è lavorato insieme, rappresenta la posizione di tutto il governo. In sintesi, a un fatto grave c'è stata una risposta all'altezza da parte dell'Italia" ha concluso Minniti.

Ministro francese: "L'Italia è nostra sorella"

Nel primo pomeriggio il ministro francese dei Conti Pubblici, Ge'rald Darmanin, nella trasmissione ‘Grand jury' di Lci-Rtl-Le Figaro, ha stemperato i toni: "Ho chiesto ai doganieri, che non hanno fatto nulla di illegale, di sospendere il funzionamento del nostro accordo, in attesa di una mia visita al governo italiano. Se bisogna rivedere l'accordo, ovviamente lo faremo. L'Italia è una nazione sorella".

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