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Bardonecchia, polizia francese armata entra in centro migranti italiano. “Comportamento brutale”

La denuncia di Rainbow4Africa, impegnata con i profughi che negli ultimi mesi hanno scelto le Alpi per attraversare la frontiera: “Non avevano alcun diritto” dice il sindaco del comune in Val di Susa. Gli agenti della dogana hanno utilizzato un bagno per prelevare da un migrante campioni di urina da analizzare.
A cura di Biagio Chiariello
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Agenti della dogana francese hanno fatto irruzione nella stazione di Bardonecchia dove operano i volontari della Ong torinese Rainbow4Africa e dove trovano assistenza i migranti respinti dalla Francia. Lo denuncia la stessa associazione, impegnata ad assistere i profughi che provano ogni giorno ad attraversare la frontiera. "Un presidio sanitario è luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra", sostengono i volontari, che parlano di "comportamento irrispettoso dei diritti umani nei confronti di un nigeriano". Sembra che i poliziotti abbiano costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. Atto che ha spinto l'associazione a denunciare una "grave ingerenza nell'operato delle Ong e delle istituzioni italiane". Il dottor Paolo Narcisi, Presidente di Rainbow4Africa, commenta: "Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni. Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare rispetto dei diritti umani dei migranti".

La questione è subito diventata caso politico – “Non avevano il diritto di entrare, nessun diritto – spiega il sindaco Francesco Avato – Questa sarà la prima e ultima volta. Sono molto arrabbiato e amareggiato per quello che è successo”. “Esiste un piano politico che deve prevalere e che va oltre qualsiasi accordo tra Italia e Francia che gli agenti francesi possano richiamare come giustificazione” denuncia il parlamentare europeo in quota Partito Democratico Daniele Viotti. “La costante aggressività della polizia francese (che ha avuto il picco ieri, ma è ormai un dato) – aggiunge – ha una evidente copertura da parte del proprio governo che, a parole, si dichiara solidale con l’Italia nell’affrontare la questione migranti e profughi, mentre, di fatto, costruisce muri, come Ungheria, Polonia e Slovacchia”. Viotti era stato nelle zone di confine tra Italia e Francia nei giorni scorsi, per verificare di persona la situazione: “Da un lato ho trovato serietà, preparazione e umanità da parte dei sindaci, delle ong impegnate e dei cittadini, dall’altro arroganza e crudeltà” ha detto. "L’atto di ieri, per cui esprimo massima solidarietà a Rainbow4Africa, ASGI e tutti i volontari, è una intimidazione vera e propria e una provocazione. Le forze dell’ordine italiane presidiano e tutelano la Valle in modo efficace e puntuale da anni. Qui c’è solo bisogno di più Europa. Mi impegnerò per seguire l’evoluzione della vicenda e portarla all’attenzione delle istituzioni europee.", conclude Viotti.

Intanto, l'ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, è stato convocato alla Farnesina in relazione all'episodio di Bardonecchia. E a seguito dell'incontro il ministero ha emesso un duro comunicato: "A seguito di quanto accaduto a Bardonecchia nella serata di venerdì 30 marzo, il Ministero degli affari esteri  ha immediatamente chiesto spiegazioni alle autorità francesi, sia tramite l'ambasciata di Francia a Roma, sia tramite la nostra ambasciata a Parigi". Proprio dalla Capitale d'oltralpe, le autorità francesi fanno sapere di "essere a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone", come ha dichiarato in una nota il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri.

Bardonecchia, rotta dei migranti – Da un po’ di tempo la località sciistica piemontese è diventata rotta dei migranti che provano a lasciare l’Italia, alternativa a Ventimiglia, anche dopo le vicende degli ultimi anni. Nei giorni scorsi una guida alpina francese è finita sotto inchiesta per avere aiutato una migrante incinta. A denunciare l'episodio sempre Rainbow4Africa. La ong nelle scorse settimane ha assistito un'altra donna incinta e malata, respinta al confine, morta dopo un parto miracolo all'ospedale Sant'Anna di Torino.

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