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Tortolì, ucciso per difendere la mamma dall’ex: l’assassino aveva un divieto di avvicinamento

Nessun segno di pentimento per Masih Shahid, l’operaio 29enne che ha ucciso il figlio della sua ex compagna, il 19enne Mirko Farci, e ha ridotto in fin di vita la donna, la 50enne Paola Piras con 17 coltellate. A raccontare la confessione che l’uomo ha rilasciato al pm Giovanna Morra a poche ore dal brutale omicidio è stato il capo della Procura di Lanusei Biagio Mazzeo: “Non ha mai espresso parole di pentimento” le parole del magistrato che ha fatto appello alla calma da parte di tutti dopo il tentativo di linciaggio avvenuto durante l’arresto dell’uomo che era stato sottoposto a divieto di avvicinamento per maltrattamenti.
A cura di Chiara Ammendola
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Nessun segno di pentimento per Masih Shahid, l'operaio 29enne che ha ucciso il figlio della sua ex compagna, il 19enne Mirko Farci, e ha ridotto in fin di vita la donna, la 50enne Paola Piras con 17 coltellate. In attesa dell'interrogatorio di garanzia che si terrà domani dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lanusei, a raccontare la confessione che l'uomo ha rilasciato al pm Giovanna Morra a poche ore dal brutale omicidio è stato il capo della Procura di Lanusei Biagio Mazzeo: "Non ha mai espresso parole di pentimento – le parole del magistrato – bisogna avere fiducia nella giustizia. La Procura e i carabinieri stanno facendo il necessario per accertare le circostanze dei reati commessi, affinché si arrivi all'accertamento delle responsabilità dell'operaio e di tutte le aggravanti, in modo che la pena possa essere proporzionata all'efferatezza della condotta".

Mirko Farci (Facebook)
Mirko Farci (Facebook)

Masih Shahid dallo scorso dicembre era sottoposto a misura di divieto di avvicinamento per decisione del tribunale dopo l'arresto avvenuto poco prima per maltrattamenti proprio nei confronti della ex compagna Paola Piras che lo aveva denunciato e per questo anche interrotto la relazione. Una storia i cui contorni devono essere ancora delineati e che in parte potrà chiarire proprio la donna che ora si trova ricoverata in ospedale nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei mentre combatte tra la vita e la morte. "Noi abbiamo fatto tutto ciò che la legge ci consente di fare date le circostanze, applicando misure in un meccanismo di progressione – ha spiegato il procuratore Mazzeo – se la persona viola la norma aggraviamo la misura, ma in questo caso nessuno ci aveva segnalato le violazioni".

Intanto questa mattina si è tenuta, presso il cimitero di Quartu Sant'Elena, da parte del medico legale Matteo Nioi l'autopsia sul corpo di Mirko, la cui salma sarà restituita ai familiari nel pomeriggio: i funerali potrebbero svolgersi a questo punto già domani. Il procuratore interviene anche sul tentativo di linciaggio del 29enne all'uscita dalla caserma da parte di una folla inferocita. "Invito tutti al senso di responsabilità, la rabbia e la violenza – chiarisce Mazzeo – non servono ad aiutare le vittime, ma creano solo ulteriori problemi per le forze di Polizia impegnate nelle indagini".

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