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Spesa quanto mi costi. Dal 2018 anche i sacchetti per frutta e verdura diventano a pagamento

Il nuovo decreto legge Mezzogiorno prevede che anche sui singoli shopper in plastica per frutta, carne, verdura, pane e pesce sia prevista una tassazione che il cliente dovrà pagare. Per chi non dovesse rispettare la norma ci saranno multe salate.
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Occhio alla spesa. Dal 1 gennaio 2018 sullo scontrino fiscale della spesa altre al prezzo dei prodotti acquistati troverà una spiacevole sorpresa. Ci sarà infatti anche il costo delle buste leggere, ossia quelle usate per imbustare frutta, verdura, carne, pesce, prodotti da forno e gastronomia.

Il costo delle buste

Il prezzo di ciascuna busta secondo le prime indiscrezione dovrebbe andare dai 2 centesimi fino ad un massimo di 10. Considerando che non sarà possibile utilizzare un unico sacchetto per più prodotti questa nuova norma rischia di avere un peso sul budget delle famiglie italiane.

La norma

La nuova legge rientra nel decreto Mezzogiorno che è stato deliberato lo scorso agosto. La norma prevede che anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri, ovvero con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, siano biodegradabili e compostabili, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%, e che siano distribuiti esclusivamente a pagamento.

Multe

Per chi non rispetta la legge sono previste pesanti multe. Per un sacchetto ‘fuorilegge' scatteranno sanzioni pecuniarie dai 2.500 ai 10.000 euro, se la violazione del divieto riguarda grosse quantitative di borse in plastica oppure se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10% del fatturato del trasgressore.

Il sondaggio

Quasi 6 italiani su 10 (il 58%) si dichiarano favorevoli all'introduzione dei sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile. Per quanto riguarda il pagamento di tali shopper, il 71% ipotizza un esborso economico mentre circa un intervistato su tre (29%) si dichiara assolutamente contrario. In ogni caso, il 59% valuta il costo di 2 cent per sacchetto del tutto accettabile; mentre una minoranza (13%) si dichiara in disaccordo. I dati emergono dal rapporto di ricerca integrato ‘I sacchetti biodegradabili per il reparto ortofrutta' realizzato da Ipsos Public Affairs e presentato oggi all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo da Nando Pagnoncelli e Luisa Vassanelli. Il rapporto è uno studio integrato composto da una ricerca qualitativa e una ricerca quantitativa, con 1.000 interviste Cawi (Computer-Assisted Web Interview) su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 65 anni.

Le protesta

Dopo la polemica del 2011, quando furono vietate le buste di plastica in favore di quelli ecologici, l'ultima decisione del Governo fa gia discutere. Non tutte le catene dei supermercati sono d'accordo sul fatto di dover addebitare la spesa al cliente. Critica è la Federdistribuzione, che ne fa una questione di igiene. Se la gente per ovviare al disagio dovesse iniziare a portare anche questi sacchetti ultraleggeri da casa, si potrebbe rischiare, con il riutilizzo, la veicolazione di eventuali germi e batteri.

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