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Reddito di cittadinanza, dal boss ai “nullatenenti” con Ferrari e barca: maxi blitz in tutta Italia

Auto di lusso, barche, appartamenti, autonoleggi con numerose macchine e una scuola di ballo. Ma anche chi si è inventato di avere dei figli (e chi si è dimenticato di segnalare la presenza del marito), chi ha finto di essere bulgaro per intascare il sussidio dello stato: una vera a e propria valanga di irregolarità, quasi 5mila, per un totale di 20 milioni di euro intascati in varie parti del Paese, scoperte dai carabinieri del comando interregionale ‘Ogaden’, in collaborazione con il comando Tutela del Lavoro.
A cura di Biagio Chiariello
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Percepivano il Reddito di cittadinanza, ma c'era anche chi possedeva una Ferrari, chi la barca, chi diverse case, o anche autonoleggio con 27 auto. E c’è persino chi si è inventato di avere dei figli (o chi si è dimenticata il marito). Molte delle tessere sono risultate intestate a camorristi e a loro parenti, a parcheggiatori abusivi, rapinatori, truffatori e lavoratori in nero. È questo il quadro emerso dalla maxi operazione, condotta tra il 1 maggio e il 17 ottobre, dai carabinieri del comando interregionale ‘Ogaden', con giurisdizione sulle Regioni Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, in collaborazione con il comando Carabinieri Tutela del Lavoro. Nel dettaglio, sono 4.839 le irregolarità riscontrate, il 12,6% sui 38.450 nuclei familiari sottoposti a verifica, per un totale di 20 milioni di euro della cifra complessiva indebitamente percepita. I denunciati sono 716: 422 con precedenti penali, 64 per associazione mafiosa.

Anche un boss tra i ‘furbetti'

C'era anche un boss tra le persone che percepivano irregolarmente il Rdc. In particolare i militari hanno scoperto che in provincia di Avellino, percepiva il reddito di cittadinanza un 50enne, ritenuto il reggente del clan camorristico ‘Cavalese', operante in zona. Nel Napoletano un 41enne percettore della tessera per il sussidio al momento della richiesta aveva omesso di dire che era sottoposto a misura detentiva, benché fosse agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico. Nella stessa provincia della Campania sono state denunciate, tra le altre, 80 persone, tutte contigue alla criminalità organizzata, che con dichiarazioni omissive sono riuscite a ottenere 852.515,91 euro di illecita percezione del reddito di cittadinanza.

Camorristi col reddito di cittadinanza

In realtà è davvero alto il numero di coloro che godevano del reddito di cittadinanza pur essendo stati condannati per reati di mafia. Malgrado fosse ai domiciliari per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e reati connessi allo spaccio di droga, Fausto Frizziero, 43 anni, elemento di vertice dell’omonimo clan che fa affari illegali tra i quartieri Chiaia e Posillipo di Napoli, è risultato infatti beneficiario indiretto del rdc, percepito dalla moglie convivente. Ma tra i ‘furbetti' dalla fedina penale nera ci sono anche cinque persone legate agli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano, alcuni ritenuti appartenenti al clan Cifrone, alla famiglia malavitosa dei Balzano. Dieci sono affiliati al clan Grimaldi/Vanella Grassi. Altri 25 percettori illeciti sono familiari di affiliati ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino, Amato-Pagano e De Rosa-Pianese.

Non solo il Napoletano. A Bari un pluripregiudicato – arrestato il mese scorso per furto – aveva chiesto e ottenuto il rdc sebbene colpito da sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. A San Pietro Vernotico (Brindisi) è riuscito ad accedere al sussidio un anziano esponente di rilievo della Sacra corona unita.

Ferrari, barche, appartamenti e scuole di ballo

C'è poi un 70enne nell'Avellinese che godeva del rdc – convivendo con una funzionaria comunale  (non indagata) – pur essendo proprietario di una Ferrari, di numerosi immobili e di diversi terreni. Al sussidio hanno avuto accesso anche la titolare di una società di autonoleggio di Isernia, proprietaria di 27 automobili, e l’intestatario di una grossa imbarcazione da diporto residente ad Aradeo (Lecce) e, soprattutto, agli arresti domiciliari. A Taranto è stato invece individuato un 71enne disoccupato che incassava il sussidio statale pur essendo il proprietario, con la moglie ed il figlio, di 17 macchine e di una motocicletta: tra i modelli, una BMW, una Mini Cooper, 3 Jeep, 2 Smart e una Kawasaki Ninja. A Talsano (Taranto) un fruitore del beneficio risultava proprietario di 4 veicoli, di cui due di lusso, un altro faceva parte di un nucleo familiare che, nell’ultimo triennio, aveva dichiarato redditi pari a 324.000, 143.000 e 164.000 euro. Ad Avigliano (Potenza), i Carabinieri hanno deferito all’autorità giudiziaria di Potenza 5 persone, una delle quali percettore di reddito di cittadinanza nonostante esercitasse attività lavorativa come gestore di una scuola di ballo.

Gli stranieri

A Castellammare di Stabia (Napoli) c'è il curioso caso di un 46enne che per percepire il reddito di cittadinanza all'ufficio comunale aveva presentato una carta d'identità bulgara, evidentemente falsa, e ha pure simulato l’accento straniero. A Nova Siri (Matera), i Carabinieri hanno denunciato un cittadino asiatico per aver dichiarato falsamente la presenza in Italia della moglie e delle due figlie, che così hanno percepito il reddito pur abitando di fatto nel Paese d’origine. Altri ancora, una volta ottenuto il reddito sono stati cancellati dall'anagrafe comunale poiché resisi irreperibili o rientrati nel proprio Paese di origine, tornando in Italia circa una volta al mese esclusivamente al fine di poter spendere e monetizzare quanto indebitamente percepito

Famiglie modificate

A Collepasso, in provincia di Lecce, un uomo ha dichiarato la presenza nel proprio nucleo familiare di sei minori stranieri mai censiti in quel comune, senza avere con gli stessi alcun vincolo di parentela e con l'indicazione dei dati anagrafici priva del luogo di nascita e della nazionalità. Nello stesso Comune pugliese una coppia ha inserito nel proprio nucleo familiare la presenza di altri familiari, in realtà residenti in Germania. A Castelfranci (Avellino) un 22enne, figlio di un dipendente comunale, ha effettuato un cambio di residenza fittizio, costituendo un nucleo familiare a sé stante, pur rimanendo a vivere all’interno della stessa abitazione della madre, titolare di un’azienda vitivinicola. A Santeramo in Colle (Bari) una donna si era “dimenticata” di indicare, non solo la targa o l’estremo di registrazione di un veicolo di proprietà, ma addirittura il coniuge. Le forze dell'ordine  hanno appurato che la donna, al fine di percepire il rdc aveva richiesto la residenza anagrafica in una via del comune pugliese che altro non era che lo stesso appartamento in cui domiciliava e risiedeva il marito, ovvero un unico appartamento, con due ingressi diversi. In provincia di Caserta 8 persone dello stesso nucleo familiare hanno falsamente attestato di appartenere a 3 distinte famiglie e di risiedere in altrettante unità abitative, pur abitando nello stesso stabile.

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