Rapporto Almalaurea 2025, occupazione in crescita e stipendi più alti: quanto guadagnano i laureati in Italia

Crescono stipendi e occupazione per i laureati italiani. È quanto emerso dal Rapporto AlmaLaurea 2025 sulla Condizione occupazionale dei laureati, presentato all'Università degli studi di Brescia.
Il tasso di occupazione di chi ha una laurea non è mai stato così alto negli ultimi dieci anni, soprattutto a un anno dal conseguimento del titolo.
È pari al 78,6% sia tra i laureati di primo livello sia tra i laureati di secondo livello (+4,5 e +2,9 punti percentuali rispetto al 2023). A cinque anni dalla laurea invece registra variazioni contenute, mantenendosi su livelli elevati e pari ad almeno il 90%.
Aumentano gli stipendi: quanto guadagnano i laureati in Italia
Il rapporto evidenzia anche come sono aumentati i contratti a tempo indeterminato e gli stipendi. Per i primi, rispetto alla rilevazione del 2023, +4,6 punti percentuali per i laureati di primo livello e +3,3 punti per quelli di secondo livello. Nell'ultimo anno le retribuzioni mensili nette figurano in crescita.
A un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.492 euro per i laureati di primo livello e a 1.488 euro per i laureati di secondo livello, in aumento, in termini reali, del 6,9% per i laureati di primo livello e del 3,1% per quelli di secondo livello rispetto al 2023.
Si rilevano differenziali significativi con riferimento alla collocazione territoriale: rispetto a coloro che sono occupati nel Mezzogiorno, chi lavora al Nord percepisce, in media, 66 euro mensili netti in più, mentre sono 45 euro in più per chi lavora al Centro.
Ma è soprattutto tra i laureati che lavorano all’estero che il vantaggio retributivo si accentua sensibilmente (si tratta di 619 euro netti mensili in più rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno).
È opportuno, tuttavia, ricordare che le differenze nel costo della vita che caratterizzano i diversi Paesi, e le aree territoriali all’interno del medesimo Paese, sortiscono un impatto sulle retribuzioni.
Stabile il dato sulle donne laureate, ancora poche in discipline scientifiche
Nel 2024 le laureate donne sono state il 59,9%, quota che risulta stabile negli ultimi dieci anni, ma sempre nello stesso anno le donne rappresentano il 41,1% dei laureati nelle discipline Stem, quota che è rimasta ferma dal 2014.
Chi si laurea proviene dai licei, in aumento mobilità da Sud a Centro-Nord
Chi consegue la laurea, per la maggior parte dei casi, proviene dai licei: il 73,0%, in particolare da quelli scientifici, linguistici e classici (rispettivamente 37,5%, 11,9% e 11,7%). Segue il diploma tecnico, che riguarda il 19,7% dei laureati, mentre è del tutto marginale il diploma professionale (3,3%).
Infine rimane il fenomeno della mobilità per ragioni di studio, che è in aumento e riguarda prevalentemente chi dal Mezzogiorno si sposta al Centro-Nord.
Il 28,7% dei laureati che ha conseguito il diploma al Mezzogiorno ha scelto un ateneo di una ripartizione geografica diversa (quota, tra l'altro, in costante aumento, era il 23,2% nel 2014), rispetto al 14,3% di chi ha conseguito il diploma al Centro e al 4,3% di chi ha conseguito il diploma al Nord.