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“Mia moglie non voleva più vivere, per questo l’ho uccisa”: pena più lieve per il marito

Mauro Bergonzoni, pensionato di 78 anni, nell’agosto del 2021 ha ucciso con un fucile da caccia la moglie Maria Rosa Elmi, di quattro anni più giovane. Poi ha tentato il suicidio ma si è salvato. Il reato derubricato in omicidio del consenziente: condannato a 8 anni.
A cura di Susanna Picone
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L’ha uccisa perché lo chiedeva lei, stanca di vivere a causa delle sue sofferenze. “Abbiamo deciso insieme di farla finita”, ma dopo aver sparato e ucciso lei, lui ha tentato il suicidio ed è sopravvissuto. La storia di Mauro Bergonzoni, pensionato di 78 anni, e della moglie Maria Rosa Elmi, di quattro anni più giovane, arriva dalla provincia di Bologna.

Il 21 agosto del 2021 l’uomo ha sparato al cuore della moglie con un fucile da caccia. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso e ha premuto due volte il grilletto. Ma si è salvato. Prima di perdere conoscenza ha anche implorato il maresciallo dei carabinieri chiamato dai vicini: “Sparami, ti prego”. Il maresciallo arrivato sul posto li aveva trovati uno su l’altro, come abbracciati.

Il perché di quel gesto? “Mia moglie non voleva più vivere”, la confessione immediata. Quella mattina marito e moglie erano passati a casa della figlia e le avevano lasciato un biglietto per dirle che avevano deciso di farla finita, dopo 40 anni di amore. La depressione si era impadronita della donna: “Me lo chiedeva di continuo di ucciderla, di lasciare questo mondo insieme, io ho sempre provato a dissuaderla. Fino a quel giorno”, le parole del marito.

Ieri in Corte d’Assise si è deciso il destino del marito-omicida, che era a processo per omicidio pluriaggravato. L’istruttoria ha fatto emergere altro tra la commozione di tutti, anche la figlia della coppia che non si è costituita parte civile contro il padre. Il pm Marco Forte si è detto d’accordo con linea della difesa, avvocati Eva Biscotti e Ettorantonio di Lustro, che hanno chiesto di derubricare l’accusa in omicidio del consenziente.

La Procura ha chiesto una condanna a cinque anni con le attenuanti del caso. Dopo una breve camera di consiglio, la Corte ha ritenuto corretta l’interpretazione di pm e difesa accogliendo la modifica dell’imputazione ma ha condannato l'imputato a otto anni di reclusione. “È una storia molto triste, il pm e i giudici hanno capito che si è trattato di un gesto estremo, fatto per amore. Avrebbero voluto restare insieme fino alla fine. Con le dovute differenze è il sentimento che hanno i parenti di chi vorrebbe l’eutanasia per porre fine alle sofferenze”, le parole dell’avvocato Biscotti.

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