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La tragedia di Asiago: i genitori avvelenati con psicofarmaci, la figlia trovata nel corridoio

Una coppia di coniugi e la figlia sono stati trovati morti nella loro abitazione ad Asiago (Vicenza). Sarebbe stata Silvia Marzaro, la figlia di 43 anni, ad aver ucciso i genitori Lino e Ubaldina, somministrando loro una dose massiccia di psicofarmaci che li avrebbe fatti morire nel sonno. Quindi avrebbe essa stessa ingerito gli stessi medicinali.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Una coppia di anziani trovati senza vita in casa insieme alla loro figlia. Questa la scena che nel pomeriggio di lunedì si è presentata davanti ai vigili del fuoco intervenuti in una casa ad Asiago, in località Pennar, nel Vicentino. Le vittime sono Lino Marzaro, di ottantacinque anni, la moglie Ubaldina di ottantatré anni e la figlia Silvia di quarantatré anni. Sul posto è intervenuto il Nucleo investigativo dei Carabinieri di Vicenza al lavoro per avvalorare l’ipotesi investigativa del duplice omicidio e successivo suicidio. Sarebbe stata Silvia a uccidere gli anziani genitori e poi a togliersi la vita. Questa la prima ricostruzione della tragedia familiare di Asiago. La quarantatreenne avrebbe ucciso la mamma e il papà somministrando loro una dose massiccia di psicofarmaci che li avrebbe fatti morire nel sonno. Poi lei stessa avrebbe ingerito quei medicinali trovato la morte nel corridoio di casa, dove è stata trovata esanime. A quanto si è appreso, già nel corso dell’estate la quarantatreenne aveva tentato il suicidio.

Il decesso potrebbe risalire a diversi giorni fa – Lino, Ubaldina e Silvia Marzaro sono stati trovati nel pomeriggio di lunedì dai vigili del fuoco chiamati dalla polizia locale su segnalazione dei vicini di casa, che da giorni non avevano notizie di quella famiglia arrivata da Mirano (Venezia). Non è ancora chiara la data del decesso della famiglia: si parla di giorni, forse addirittura settimane. A quanto emerso secondo alcune testimonianze, da tempo i tre avevano abbandonato Mirano per andare a vivere nella loro casa di Asiago. Non avevano lasciato molti legami dietro di sé ed erano scarsi anche i rapporti con gli altri familiari. L’anziano, secondo le testimonianze raccolte a Mirano, aveva svolto la professione di intermediatore immobiliare, mentre la madre era casalinga e la figlia disoccupata.

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