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Opinioni

La frode dei cambia soldi a Cracovia e non solo: ecco come funziona

Commissioni esagerate e nascoste, tassi di cambio estremamente sfavorevoli, comunicazione opaca e condizioni furbette: ecco come agisce una grossa catena di cambia valute internazionali, la Interchange. Moltissime segnalazioni sul web fanno emergere sempre il solito schema che porta l’ignaro turista a rimetterci fino al 25/30%. A Cracovia come a Madrid, a Praga come a Roma: nella rete sono caduti in centinaia.
A cura di Giorgio Scura
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Facile, molto remunerativa, praticamente legale. Sembra la frode perfetta quella che una catena di cambio valuta, la Interchange, sta effettuando ai danni dei turisti in Polonia, e non solo. Qui siamo in un cambia soldi a Cracovia, a pochi passi dalla centralissima Piazza Mercato, un sacco di gente, soprattutto in questi giorni di festa. Il cartello fuori è molto allettante: "We sell Euro 4,33". Ottimo – pensa il passante – e credendo di ottenere 4,3 zloty polacchi, entra, cambia e… in un attimo si accorge di essere stato beffato. Già perché il cambio non è di 4,33, ma di 3,17, un bel 25% in meno. E lamentarsi con i commessi serve a poco, la risposta è che non cancellano la transazione (chissà perché) e che loro sono in regola: "Vendiamo euro a 4,33, non zloty". Come se fosse normale andare in centro a Cracovia per acquistare euro…

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Insomma la frode è proprio semplice: basta un bel cartello più che ambiguo (in foto), ed ecco che il pesce abbocca. E una volta cambiati i soldi, è fatta. Serve a poco, infatti, rivolgersi alla polizia in strada che non parla neanche inglese, mentre esercenti e commessi della zona sono perfettamente consci di quello che succede in questo come in parecchi altri cambia valuta della stessa catena. "Spesso chiamano la polizia – racconta Pavlev che fa il buttadentro al ristorante Marmolada, proprio difronte al cambia soldi "furbetto" – ma non possono fare niente perché non c'è una chiara legge in merito". Quindi il "business" di dare il 25% in meno al cambio euro/zloty in Polonia sarebbe pure legale. Pubblicità ingannevole? Frode commerciale? Macché, in Polonia si può fare. Ma non solo qui, vedremo meglio tra un attimo.

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Anche chi scrive, è caduto in questa trappola, ma non si è dato per vinto. Dopo molte insistenze, e dopo aver passato oltre un'ora dentro il locale, informando tutti i numerosi clienti del vero tasso di cambio prima che questi ci cascassero, siamo stati rimborsati completamente, con la promessa di allontanarci senza rovinare ulteriormente gli affari. Affari convenienti solo per il banco visto che ovviamente tutti i potenziali clienti entrati, una volta sentito il vero tasso del 3,17, si sono volatilizzati.

Cercando un po' in Rete, scopriamo che non è un caso isolato questo di Cracovia, e non hanno neanche iniziato da poco. Il cambia valute in questione fa parte di una catena, questa Interchange, presente in ben 15 paesi, con un giro di affari di oltre mezzo miliardopresente in nove aeroporti internazionali. E sembra che questo vizietto di fare le cresta al cambio, sia diventato il loro core business.

Sono decine e decine infatti le segnalazioni sui forum dei viaggiatori, tutte verso agenzie Interchange. Anche il cambia valute dietro la Cappella Sistina a Roma ha ricevuto parecchie lamentele: "Hanno fatto anche me – scrive Paul di Ventura, California, tra i tanti – . Truffa totale. Nascondono una commissione del 20% e così si sono presi 90 euro. Non mi hanno rimborsato: sono veramente deluso che questi ladri siano autorizzati a operare proprio fuori al Vaticano". Ma le testimonianze sono parecchie e tutte uguali: le prime nel 2016, le ultime nel 2019. A volte abbattono il tasso, a volte alzano le commissioni: una ratio non c'è, se non quella di bastonare l'ignaro turista. E non basta neanche chiedere: a voce si sentono condizioni che poi sulla carta non sono rispettate.

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Ma andiamo avanti, perché né Cracovia, né Roma sono casi isolati. Qui è Sandro che racconta come è cascato nella rete nell'aeroporto di Praga: "Non solo mi hanno fatto un tasso più basso del 22% ma mi hanno in più fatto pagare una commissione del 9,99%". Quindi in questo caso una "combo": sia un tasso bassissimo, sia una commissione esagerata.

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Più si cerca, più si trovano persone che si sentono truffate da Interchange: qui si parla ancora dell'agenzia dell'aeroporto di Praga e di un'altra in Polonia. Stessa musica anche a Madrid, dove la sede è nella centralissima Calle Mayor e le esperienze sono sempre le solite: "Attenzione truffa! Mi hanno fatto pagare 60 euro di commissione e appena ce ne siamo accorti non ci hanno rimborsato".

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Si drenano soldi con facilità e a palate da almeno tre anni anche all'aeroporto di Budapest. Molti, infatti, sono convinti che cambiare i soldi in aeroporto sia più sicuro: non può essere una truffa – pensano – perché sono ubicati in un posto di passaggio, frequentato e controllato. E invece…

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Ma è normale tutto questo? Assolutamente no, o almeno non dovrebbe esserlo, perché non è rispettato il patto di chiarezza, trasparenza e onestà che è alla base di ogni transazione o contratto commerciale. E allora che fare? Innanzitutto stare lontano da tutti i punti vendita Interchange e affidarsi ai moltissimi cambia valute onesti e regolari che all'esterno del negozio espongono le condizioni che applicano. E poi pretendere che vengano effettuati controlli serrati sulla trasparenza della comunicazione commerciale di questi individui. Perché la disonestà va combattuta con ogni mezzo, altrimenti, come diceva il poeta calabrese Corrado Alvaro, raggiungeremmo la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società: il dubbio che essere onesti sia inutile.

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