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Io sono 2020. E non è tutta colpa mia

Io sono l’anno 2020 e credetemi: quello che è successo non è tutta colpa mia. Mi sono soltanto sacrificato per voi, facendovi vedere cosa state realizzando con le vostre mani. Difficilmente mi dimenticherete, ma quando tutto sarà finito riuscirete a spiegarvi come siete arrivati fino a qui?
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Fammi capire, ma quando io finisco voi fate una festa? Ahah, mi viene da ridere, scusa: avevo dimenticato che manco quella potete fa'.
È che non mi aspettavo così tanta attenzione.

Io sono 2020. E non è tutta colpa mia

Lo so, lo so che quando uno di noi conclude “il turno” c'è tutta quella manfrina del bilancio personale, l'auto-miglioramento, l'almanacco, l'oroscopo… Però stavolta voi altri state esagerando. La copertina del Time, i meme su Instagram, gli articoli su quando finalmente mi tolgo dalle scatole: mi avete messo al livello di quello che ti dice «auguri!» quando stai andando a fare un esame all'università.

Lo ammetto, non sono stato un anno particolarmente felice e se tu oggi vai sui social e dichiari: «Questo 2020 ha rotto il ca…» trovi il popolo che ti acclama.
Sarò ricordato come l'anno della pandemia, ne sono consapevole.
Ma ti dirò, in fondo nemmeno mi dispiace: sono entrato nella Storia come i miei genitori, 1945 e 1946 e finalmente finisce pure sto complesso d'inferiorità in famiglia e la storia di noi giovani che non prendiamo mai iniziativa.

Però almeno tu, ragiona: quello che è successo è tutta colpa mia?
No, dico, avete visto come vi siete fatti trovare?

Manco era iniziata e vi mancava il gel per le mani. Poi la mascherina. E non c'avevate i tamponi e i ventilatori polmonari. È uscito che non c'erano i posti letto e che non avevate manco i medici, li avete fatti arriva' pure dalla Russia, la RUSSIA, non so se intendo.
E poi i virologi e i cortei di negazionisti. L'unità di crisi e il bollettino coi numeri che non tornano mai. L'autocertificazione, l'RT, gli assembramenti, i dpcm, Immuni, la zona rossa….I presidenti di Regione! De Luca che te l'ho portato io? E Gallera e Fontana? Ci stavano già.
Come dite voi? «Eredità degli anni precedenti. Mi dispiace».

E ora che siamo qui, alla resa dei conti, diciamoci tutto. Quasi due secoli fa Giacomo Leopardi vi aveva già avvertiti dell'illusione: «Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce!».

Qualche tempo dopo Luciano De Crescenzo aveva aggiunto un giorno al calendario, il 32 dicembre, per consentirvi di fare all'ultimo momento le cose che in un anno intero non eravate stati capaci di fare.

Mo' che sto finendo io, il famigerato «anno di merda», che fate? Vi fate leggere il segno zodiacale, vi affidate a quello che verrà e continuate come prima, senza manco un po' di autocritica?

Mio nonno, 1918, me lo diceva! Stai attento perché “loro”, fanno sempre gli stessi errori. E si lamentano in continuazione. Aveva ragione.
Ma dimmi, gli incendi e i nubifragi degli ultimi dodici mesi li accollate pure a me o ai guai che state combinando col clima da decenni?

Userete il tempo del mio successore per occuparvi di natura e di povertà o ancora di voi stessi e voi soltanto?

Ma poi …lo vogliamo dire che Trump ve l'ho tolto io e che il vaccino Covid pure ve l'ho portato io? Certo, di tutto ciò si prenderà i meriti il mio successore. È che so' nato sfortunato…

Dice: eh però Maradona non c'è più. Cari miei, quello è il grande gioco della vita. Da qualche altra parte nel mondo un bambino è nato e un giorno su un campetto di periferia farà volteggiare un pallone più grande di lui.

Perciò rendetemene merito: altro che stronzo, sono stato un promemoria.
Un buon promemoria del disastro che state facendo.

Sono l'anno 2020 e mi sono sacrificato per voi. Difficilmente mi dimenticherete, ma quando tutto sarà finito riuscirete a spiegarvi come siete arrivati fino a qui?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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