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Elezioni politiche 2018

La colpa storica di questo Pd: abbandonare il campo al Sud Italia

Il Partito Democratico (e non solo) ha lasciato a Sud un varco non presidiato nella piena disponibilità del Movimento Cinque Stelle e del centrodestra (perfino della Lega di Matteo Salvini). I risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti.
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 Si chiama Sud,  il disastro dei disastri targato centrosinistra e in particolare Partito Democratico, in queste elezioni politiche appena concluse. Si chiama Sud Italia o Meridione o Mezzogiorno: i sinonimi sono tanti, così come i sostantivi che li accompagnano. La Questione meridionale, il Problema del Mezzogiorno: insomma quel bubbone che nel Pd di Matteo Renzi è stato trattato con gramsciano ottimismo della volontà (ovvero annunci e cifre da conferenze stampa) cui però non è seguito nulla; nemmeno gli altri partiti della sinistra sono stati capaci di raccogliere quanto lasciato a terra dal segretario del Pd. Addirittura il malcontento è stato tale da far perfino crescere sotto il Garigliano un movimento salviniano che ai tempi di Umberto Bossi era assolutamente impensabile.  Campania, Calabria, Puglia: il Movimento Cinque Stelle «sfonda», questa è oggi la parola più usata dai sondaggisti.

In realtà non sfonda niente: entra sereno in un varco già aperto da tempo, ampissimo e assolutamente non presidiato. Il «lanciafiamme» del primo Renzi è consistito nel lasciare il Pd in mano ai capi corrente locali che lo hanno semplicemente, lentamente, inesorabilmente, portato alla deriva. Facile fare campagna contro certi episodi, contro certi personaggi.

Il centrodestra d'altra parte, come in un gioco di vasi comunicanti, ha in parte perso in Forza Italia e ha tuttavia guadagnato con Matteo Salvini che nei piccoli centri meridionali ha fatto esattamente lo stesso lavoro del Nord: anti Europa, anti migranti.  Far riemergere le differenze chiare, palesi, evidenti, quasi banali tra due pezzi di Paese che vanno a velocità diversa, mentre il Pd era impegnato a mostrare il contrario, i famosi ‘segnali di ripresa'.

Quello che hanno fatto Movimento Cinque Stelle e Lega al Sud, incredibile a dirsi, è stato far riaffiorare le parole che oltre un secolo fa pronunciò il meridionalista Giustino Fortunato: «Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più mette in dubbio. C'è fra il nord e il sud della penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nella intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gl'intimi legami che corrono tra il benessere e l'anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale».

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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