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Il piccolo Cocò, ucciso e bruciato a 3 anni dalla ‘ndrangheta: spuntano nuove intercettazioni

Nel processo di primo grado contro gli imputati della strage di di Cassano all’Ionio in cui furono uccisi Cocò, il nonno Giuseppe Iannucelli e la compagna di questi Ibtissam Touss, spuntano nuove intercettazioni e nuovi interrogativi. Sul banco dei testimoni saliranno ora anche due carabinieri per fare luce su un aspetto poco indagato della vicenda vale a dire il possibile tentativo di sviare le indagini.
A cura di Redazione
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Sono passati quasi cinque anni dalla strage di Cassano all’Ionio quando il piccolo Cocò Campolongo, 3 anni, vene ucciso a colpi di pistola e poi bruciato insieme al nonno e alla compagna di questo, ma non ancora tutto è stato chiarito dalle indagini su quel massacro. Nelle scorse ore, infatti, durante l’udienza finale del processo di primo grado davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Cosenza,  al posto delle richieste di condanna per gli imputati del triplice omicidio,  il pubblico ministero Vincenzo Luberto – procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro – ha chiesto l’ammissione di nuove prove. Come scrive Il Corriere della Calabria, il pm in particolare avrebbe chiesto alla Corte di mettere agli atti nuove intercettazioni depositandone la trascrizione delle conversazioni (alcune in Lingua arbëreshe) e di ascoltare come testimoni due marescialli dell’arma dei carabinieri che si sono occupati dell'inchiesta.

Richieste accolte dal giudice Garofalo al termine della camera di consiglio nonostante l’opposizione dei difensori degli imputati. "Le richieste sono ammissibili non costituiscono nessuna problematica relativa ai tempi processuali ed è consentito ai sensi del nostro codice di procedura penale fare degli approfondimenti istruttori" ha spiegato il giudice. Oltre alle intercettazioni, con le testimonianze dei militari  il pm intende fare luce su un aspetto poco indagato della vicenda vale a dire il possibile tentativo di sviare le indagini realizzato da parte di una testimone. Quest'ultima infatti aveva riferito di aver ricevuto il 16 gennaio del 2014 uno screenshot da parte di Ibtissam Touss, compagna di Giuseppe Iannucelli, vero obiettivo dei killer e nonno Cocò, mentre, secondo il pubblico ministero, lo avrebbe ricevuto il 17 gennaio e cioè un giorno dopo il triplice omicidio. Il cellulare della donna non è mai stato ritrovato quindi è possibile che a inviarlo sia stati proprio gli imputati.

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