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Il Governo vuole uccidere la metà dei cinghiali presenti in Italia

Il sottosegretario alla salute Andrea Costa: “Abbiamo chiesto alle regioni di elaborare ciascuna un piano che è stato approvato dall’Ispra per l’abbattimento in ogni regione del 50% della popolazione di cinghiali presenti, abbattimenti saranno fatti anche nelle aree protette”.
A cura di Davide Falcioni
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"Abbiamo chiesto alle regioni di elaborare ciascuna un piano che è stato approvato dall'Ispra per l'abbattimento in ogni regione del 50% della popolazione di cinghiali presenti, abbattimenti saranno fatti anche nelle aree protette". A dirlo ieri è stato il sottosegretario alla salute Andrea Costa a margine di un evento elettorale a sostegno del candidato sindaco Marco Bucci. Il governo, dunque, intende fronteggiare l'epidemia di peste suina eliminando la metà della popolazione di cinghiali che si stima sia presente in Italia, operazione che ha già avuto inizio nei giorni scorsi e che secondo il sottosegretario subirà un'accelerazione: "Confidiamo di contenere e circoscrivere il fenomeno. Stiamo procedendo con le chiusure di tutti i varchi", ha detto Costa. "Confido – ha aggiunto – che il consiglio dei ministri arrivi presto ad approvare la modifica della normativa sulla caccia portando da 3 a 5 mesi il periodo venatorio, questa è un’altra misura che aiuterebbe a ristabilire quell’equilibrio ambientale che oggi non c’è più".

Associazioni animaliste: "Abbattimento cinghiali è scelta cieca alle istanze della scienza"

L'ipotesi di abbattere la metà dei cinghiali presenti in tutte le regione era stata aspramente criticata nelle scorse settimane dalle associazioni animalista Enpa, Lac, Lav, Leidaa. Secondo queste, infatti, si tratta di "un provvedimento pericoloso, dannoso, cieco alle istanze della scienza e della precauzione sanitaria. È un testo ad uso e consumo dei cacciatori, un ulteriore tentativo di stravolgere la legge quadro solo per ricevere consensi dal mondo venatorio e da parte del mondo agricolo". La misura inoltre per gli animalisti è "pericolosissima per la diffusione della Peste suina africana (Psa): questo provvedimento propone spari ovunque, con conseguenti contaminazioni e concreto rischio di diffusione della Psa". Le associazioni chiedono che "il Governo ascolti le voci dell'accademia, che chiede ben altre misure, anche per contrastare la diffusione della Psa, come l'abolizione della caccia al cinghiale, e cancellando la braccata, tecnica venatoria non selettiva e devastante, utilizzata anche nel controllo faunistico, e che ha causato fenomeni come l'uccisione della matriarca, la dispersione del branco, la maggiore capacità di riproduzione".

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