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Guanti, mascherine e mai più bocca a bocca: come cambia il salvataggio in mare col Covid

Spiagge verso la riapertura, anche se ancora senza una data certa nelle diverse Regioni, e addetti ai lavori che nel frattempo iniziano a prepararsi, compreso chi si occupa di salvataggio. Guanti e mascherine durante il massaggio cardiaco mascherine e niente più respirazione bocca a bocca: questi gli aspetti più importanti per un servizio fondamentale in riva al mare.
A cura di Beppe Facchini
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Guanti, mascherina e niente più respirazione bocca a bocca. In tempi di pandemia, con la riapertura delle spiagge in attesa di conferme sulle date nelle varie Regioni, anche per i bagnini è arrivato il momento di adeguarsi. I protocolli sul salvataggio in mare e le tecniche di rianimazione devono infatti fare i conti col Covid-19, cambiando, anche se non di tantissimo, le abitudini dei "baywatch" italiani. E a proposito: meglio "marinaio di salvataggio", come sottolineano Enrico Santucci, uno di loro sulle spiagge della Riviera Romagnola, e il dottor Mariano Ticchi, responsabile del centro di formazione salvamento Agency Rimini.

In Emilia-Romagna, salvo nuovi cambi di programma dell'ultimo momento, le spiagge riapriranno lunedì 18 maggio, ma solo per passeggiate e attività sportiva o motoria. Per tuffi, tintarelle e per accedere agli stabilimenti della costa, invece, ci sarà ancora da attendere probabilmente fino al 25 maggio, il tempo di mettere tutti d'accordo sulle regole e fare in modo che i gestori dei lidi si possano organizzare. Intanto, però, c'è chi comincia a portarsi avanti, come chi si occupa appunto di salvataggio. Le linee guida dell'Ilcor, l'istituto internazionale che elabora i protocolli per chi si occupa di rianimazione, sono già chiare. "La valutazione della coscienza non si farà più come prima" assicura Gianni Mazzotti, segretario della sede riminese della Società Nazionale di Salvamento e istruttore.

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"Non andrò più vicino alla bocca per controllare che la persona respiri, ma si farà tutto visivamente". Non solo: il massaggio cardiaco verrà applicato coi guanti, che saranno sempre sulla torretta del marinaio di salvataggio, insieme a igienizzante e mascherina. "Non devo indossarle se sono su, la distanza è garantita -dice Enrico Santucci-. Se scendo o se vado in mezzo alla gente invece devo metterla". Ma niente tuffi in acqua coi dispositivi. "No, assolutamente, è impossibile" assicura il dottor Ticchi.

"La respirazione bocca a bocca, almeno qui in Riviera, non si fa già da anni" precisa ancora il medico, il quale, nonostante i limiti dovuti al distanziamento, sottolinea con realismo: "Se qualcuno sta annegando è chiaro che l'intervento dev'essere fatto". Guanti e mascherina vanno infatti indossati una volta sul moscone o appena arrivati a riva. Se la persona salvata è cosciente, la si dovrebbe mettere subito anche a lui. Altrimenti si procede col massaggio cardiaco e con degli ambu, cioè i palloni autoespandibili per supportare l'attività motoria. Nel caso fosse necessario, si utilizzerà anche il defibrillatore, di cui ogni marinaio di salvataggio dovrebbe essere dotato in torretta. Fondamentale, come sempre, avvertire subito i soccorsi. E una volta affidato il bagnante malcapitato ai sanitari, sarà necessario sanificare tutto il sanificabile, gettando invece gli altri prodotti monouso, compresi gli ambu. Tra i dispositivi di cui verranno dotati i baywatch nostrani anche degli occhialini.

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