Giorgia muore dopo essere finita contro auto in divieto di sosta: proprietario indagato per omicidio colposo

Due uomini sono indagati per la tragica morte di Giorgia Marino, 26 anni, motociclista torinese deceduta il 6 giugno all’ospedale Molinette dopo essere stata coinvolta in un grave incidente stradale il 30 maggio scorso. La giovane, madre di una bambina di cinque anni e impiegata come corriere per Amazon da meno di un anno, era in sella alla sua Benelli Trk – un regalo recente del compagno – quando è stata travolta da un’Opel Mokka all’altezza di piazza Cattaneo, nel quartiere Mirafiori di Torino.
L'incidente a Torino di Giorgia Marino
Secondo la ricostruzione della Procura, il conducente dell’auto, un uomo di 70 anni, avrebbe svoltato a sinistra senza dare la precedenza a Giorgia, che procedeva su corso Orbassano, provocando un impatto violento. La ragazza è stata sbalzata contro un’altra vettura parcheggiata in divieto di sosta: quest’ultima appartiene a un 38enne residente nella provincia di Torino, che è stato anch’egli iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di cooperazione nel delitto colposo. È proprio la presenza dell’auto in sosta vietata a essere al centro delle indagini, con il pm Valerio Longi che ha notificato gli avvisi di garanzia per omicidio stradale ai due uomini coinvolti.
Le condizioni di Giorgia erano immediatamente apparse critiche. L’urto le ha provocato numerose fratture – al bacino, alle costole, alle ginocchia e alle scapole – oltre a una perforazione polmonare, una lacerazione della milza e lesioni ai reni. Ricoverata d’urgenza al Cto, è stata messa in coma farmacologico e sottoposta a un delicato intervento chirurgico al ginocchio destro, con un’operazione al bacino programmata per i giorni successivi. Durante la degenza in rianimazione, la situazione sembrava stabile tanto che la famiglia aveva anche acquistato attrezzature per assisterla una volta tornata a casa.
Tuttavia, il 5 giugno, subito dopo il secondo intervento, Giorgia ha subito un arresto cardiaco mentre veniva trasferita in reparto rianimazione. Da quel momento è stata trasferita alle Molinette, dove è stata collegata a un macchinario per l’assistenza cardio-vascolare extracorporea (Ecmo), ma dopo 72 ore di osservazione è stata dichiarata l’assenza totale di attività cerebrale. La giovane è deceduta poco dopo.
Due indagati per l'incidente
La famiglia, rappresentata dall’avvocato Alessandro Dimauro, ha presentato un esposto formale chiedendo chiarimenti sia sulla dinamica dell’incidente sia sulla gestione clinica nei giorni successivi. I parenti sostengono di non aver mai firmato alcun consenso informato per l’operazione “programmata” al bacino, e si interrogano sull’eventuale concorso di responsabilità medica nel decesso della giovane. La Procura ha accolto la richiesta della difesa del 38enne proprietario dell’auto parcheggiata in divieto, disponendo un incidente probatorio con la nomina di un perito super-partes che dovrà verificare la dinamica dell’incidente e le cause della morte.
L’avvocato Andrea Cagliero, che difende il 38enne, ha inoltre annunciato l’intenzione di allargare l’indagine anche al personale sanitario per accertare se vi siano state eventuali cause o concause legate agli interventi medici che possano aver inciso sull’esito fatale.