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Fratelli morti in incendio a Catanzaro, si indaga per omicidio colposo: “Nessuna fuga di gas”

Si indaga per omicidio colposo nell’incendio che ha ucciso tre fratelli a Catanzaro e ferito gravemente il resto della famiglia. Esclusa la fuga di gas e il corto circuito.
A cura di Chiara Ammendola
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Saverio Corasaniti (morto nell'incendio) e la madre Rita Mazzei
Saverio Corasaniti (morto nell'incendio) e la madre Rita Mazzei

Saranno le indagini a chiarire cosa sia accaduto nell'appartamento di via Caduti 16 Marzo a Catanzaro dove nella notte tra venerdì e sabato è scoppiato un incendio che ha ucciso tre fratelli di 22, 14 e 12 anni e ridotto in fin di vita gli altri quattro componenti della famiglia. A perdere la vita sono stati il 22enne Saverio Corasaniti, affetto da autismo, e i più piccoli Mattia Carlo, di 12 anni, e Aldo Pio, 14 anni. 

Restano gravi invece le condizioni del padre Vitaliano Corasaniti, 42 anni, della madre Rita Maffei, 41 anni, e degli altri due figli: una bambina di 10 anni e il fratello di 16. Tutti sono ricoverati in ospedale a causa delle gravi ustioni riportate nell'incendio. La madre e la figlia sono state trasferite nei centri grandi ustioni di Bari e Napoli e padre e fratello nell'ospedale di Catanzaro.

La procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio e disastro colposo. I rilievi effettuati dai vigili del fuoco insieme con le forze dell'ordine hanno escluso al momento che le fiamme possano essere state innescate da una fuga di gas o da un corto circuito. Stando a quanto ricostruito finora sembra infatti che le fiamme abbiano distrutto in poco tempo l'appartamento nello stabile di sei piani che si trova nel quartiere Pistoia, zona sud di Catanzaro, dove sono ubicati numerosi alloggi popolari.

Ad accorgersi del rogo in corso sono stati vicini di casa che hanno immediatamente lanciato l'allarme e tentato di soccorrere la famiglia che si è rifugiata nel balconcino di casa, in attesa dell'arrivo dei vigili del fuoco. Ed è qui che sono stati ritrovati i quattro sopravvissuti all'incendio mentre all'interno dell'appartamento, una volta domate le fiamme, sono stati rivenuti i corpi senza vita dei tre fratelli.

Una tragedia che ha scosso fortemente il quartiere anche perché i Corasaniti erano piuttosto conosciuti, a causa della difficoltà che avevano avuto nel riuscire ad avere quell'alloggio ma anche perché la precarietà economica del nucleo famigliare aveva mosso spesso numerose associazione che da tempo dava loro aiuto.

“Le loro difficoltà economiche erano note a tutti. Ogni mese facevamo visita a questa famiglia portandogli cibo e vestiario – spiega Pino Romeo, responsabile dell’associazione Un raggio di Sole – ci siamo fatti carico, senza nessun compenso, di portare a scuola Saverio, il figlio autistico della coppia, non senza problemi. Le prime volte è stato veramente difficile. La sua malattia lo rendeva spesso isterico e violento e ci voleva tutta la nostra professionalità per stargli accanto e tranquillizzarlo”.

Vitaliano lavora come venditore ambulante mentre Rita si occupa dei cinque figli e della casa. Una famiglia unita ma costretta ad affrontare numerose difficoltà come la mancanza di un supporto nella gestione del più grande dei figli, Saverio, affetto da autismo, o come quando, cinque anni fa, attraverso minacce e furti e la distruzione dello stesso appartamento, i Corasaniti furono cacciati da quell'alloggio popolare che avevano ottenuto a fatica. Da quel momento l'uomo si è battuto strenuamente, contro tutto e tutti, per riavere una casa per la sua famiglia. Per questo al momento nessuna pista è esclusa.

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