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È nata la sorellina di Mustafa, il bimbo siriano senza arti: “Ora aspettiamo l’inizio delle cure”

“Il nome Maria? Lo hanno scelto i genitori, in fondo è un nome ebraico che si usa anche dalle loro parti” spiegano dalla Caritas diocesana di Siena, dove tutta la famiglia è ospitata in attesa delle cure a Budrio. “Qui da noi si stanno trovando bene, però adesso hanno bisogno di vedere qualcosa di concreto riguardo il motivo per cui sono venuti in Italia”.
A cura di Beppe Facchini
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Il piccolo Mustafa con suo padre lo scorso giugno a Budrio
Il piccolo Mustafa con suo padre lo scorso giugno a Budrio

Festa grande alla Caritas diocesana di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino, dove nella mattina di lunedì 18 luglio è nata Maria, sorellina di Mustafa, il bambino siriano nato senza arti, dopo che la madre in gravidanza aveva inalato del gas sarin sganciato sulla popolazione. La neonata è venuta alla luce grazie a un parto cesareo avvenuto senza problemi e anche la mamma, Zeynep, sta bene, come ha spiegato la stessa Caritas diocesana in una nota.

Il nome Maria? Lo hanno scelto loro, in fondo si tratta di un nome ebraico che si usa anche dalle loro parti, anche perché la Siria non è poi così lontana da Israele” spiega a Fanpage.it, con una gioia così grande da riuscire ad essere facilmente avvertita anche dall'altra parte della cornetta, Anna Ferretti, membro dell'equipe della Caritas senese, che da diversi mesi è al fianco di Mustafa e tutta la sua famiglia.

Il piccolo siriano di appena sei anni e suo padre Munzir, anche lui mutilato a causa del conflitto nel loro Paese d'origine, sono arrivati in Italia a inizio anno, facendo poi tappa a Budrio i primi di giugno per cominciare ad ambientarsi con la nuova realtà che gli aspetta per le cure, prima di tornare in Toscana in attesa che venga intrapreso il percorso terapeutico al Centro Protesi Inail del comune alle porte di Bologna.

Un'eccellenza italiana che fin da subito si era messa a disposizione di padre e figlio diventati il simbolo della guerra in Siria grazie a uno scatto, poi vincitore dell'International Photo Awards 2021, per aiutarli a ritrovare finalmente il sorriso e una vita come quella di tutti gli altri.

“Dovrebbero andare a Budrio a fine settembre, quando è prevista la prima visita al centro protesi -continua Ferretti-. Si trasferiranno tutti insieme, anche perché i figli di Munzir e sua moglie sono tutti piccini e non possono fare certamente su e giù da Budrio”. Non solo. “La situazione del padre è forse un po' più semplice, ma quella di Mustafa no, è più complessa, quindi sarà necessario un percorso terapeutico immagino lungo e che richieda di essere lì in loco in modo permanente”.

La foto, premiata a Siena, di Munzir al Nazzal e del figlio Mustafa
La foto, premiata a Siena, di Munzir al Nazzal e del figlio Mustafa

“Qui da noi si stanno sicuramente trovando bene, però adesso hanno bisogno di vedere qualcosa di concreto riguardo il motivo per cui sono venuti in Italia -prosegue Ferretti-. Sono venuti qui per quello: l'Italia, tramite il centro protesi di Budrio, ha promesso di aiutarli e loro non ne vedono l'ora”.

Dopo l'estate, quindi, dovrebbe avvenire il trasferimento nel Bolognese di Mustafa, suo padre Munzir e tutta la famiglia, che con l'arrivo della piccola Maria si è allargata ulteriormente, sperando di avere presto un altro motivo per cui tornare a sorridere.

In un post pubblicato su Facebook, la Caritas diocesana che li ospita aveva annunciato: “Oggi è giorno di festa grande in Caritas Diocesana. Stamani Zeynep ha partorito presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Maria. Grande la gioia del babbo Munzir, e di Mustafa, Noor e Sacide, che aspettano con gioia il rientro a casa, al Centro Caritas di Arbia, della mamma e della sorellina. Un grazie all'equipe del Prof. Severi, medici, ostetriche e infermieri che hanno seguito in questi mesi la gravidanza di Zeynep”.

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