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Catania, tratta di giovani nigeriane: riti voodoo e minacce per farle prostituire, 10 arresti

Una tratta di esseri umani che vede tra le vittime giovani donne nigeriane è al centro di un’operazione della Polizia di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea. In corso arresti nei confronti di un gruppo criminale specializzato nell’attività di human trafficking. Le indagini avviate dopo lo sbarco di migranti avvenuto nel porto del capoluogo etneo il 7 aprile 2017 dalla motonave Aquarius della Ong Sos Mediteranee.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Una tratta di esseri umani che ha coinvolto giovani donne nigeriane è al centro di un'operazione della Polizia di Catania, coordinata dalla locale Procura Distrettuale etnea. Con l'operazione denominata "Promise land" – si legge in una nota della polizia – sono scattati nella notte arresti in ambito nazionale nei confronti di un gruppo criminale specializzato nella lucrosa attività di "human trafficking", ovvero la tratta di esseri umani. Le indagini che hanno portato all'operazione di oggi sono state avviate dalla squadra mobile della Questura di Catania in seguito allo sbarco di migranti avvenuto nel porto del capoluogo etneo il 7 aprile 2017 dalla motonave Aquarius della Ong Sos Mediteranee.

Indagini hanno fatto luce su numerosi casi di tratta ai danni di giovani nigeriane

In una sola notte la nave Aquarius salvò 946 persone da 7 gommoni e due imbarcazioni di legno al largo delle coste libiche, con 9 distinte operazioni di soccorso nell’arco di appena 15 ore. Da quegli accertamenti sono state scoperte numerose storie dell’orrore legate alla tratta delle schiave, con le vittime arrivate in Italia con la speranza di iniziare una nuova vita e che invece hanno trovato sopraffazione e sfruttamento. Le indagini, fa sapere ancora la polizia, "hanno permesso di fare luce su numerosi casi di tratta ai danni di giovani ragazze nigeriane".

Arrestati dieci nigeriani

Secondo quanto emerso dalle indagini, le ragazze convinte a emigrare in Europa con la promessa di un lavoro giunte a destinazione venivano costrette a prostituirsi. La squadra mobile di Catania, con la collaborazione dei colleghi di Messina, Caltanissetta, Verona, Novara e Cuneo, hanno arrestato dieci nigeriani (gli indagati sono in totale 14) accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta di persone, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. A tutti sono state contestate le aggravanti della transnazionalità del reato, di avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito del voodoo.

L'inchiesta dopo il racconto di una giovane nigeriana

L’inchiesta è partita dal racconto di una giovane nigeriana giunta in Sicilia nel 2017 insieme ad altre 433 persone a bordo della nave Aquarius. Agli investigatori ha raccontato di essere stata convinta a lasciare la Nigeria da un connazionale di nome “Osas”, che le aveva proposto di raggiungerlo in Italia, promettendole un lavoro lecito e anticipandole le spese del viaggio. La ragazza era stata reclutata grazie agli uffizi di uno stregone che aveva officiato il rito del Ju Ju, sotto la minaccia del quale lei aveva assunto il solenne impegno di non denunciare, di non fuggire e di pagare il debito d’ingaggio assunto di 25.000 euro. E poi le violenze e i rischi durante la fase del trasferimento in Italia dalla Libia. Gli investigatori hanno identificato “Osas” in Osazee Obaswon che, dopo qualche giorno dal collocamento della ragazza in una struttura protetta, si era attivato per prelevarla, portandola presso nella sua abitazione ed avviandola al meretricio. Da qui è venuto fuori il network criminale transnazionale, con cellule operative in Nigeria, Libia, Italia ed altri paesi, specializzato nell’human trafficking con la tratta di almeno 15 ragazze.

Minacce attraverso i riti magici

Gli indagati “avrebbero attratto le vittime – spiegano gli investigatori della Squadra Mobile di Catania – mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito religioso-esoterico del voodoo”. Le giovani nigeriane, molte volte minori, sarebbero state prima attirate in Italia con la promesso di un lavoro e poi costrette a prostituirsi. Le donne non si ribellano perché legate al cappio delle credenze del voodoo. Anche durante il viaggio le vittime avrebbero subito ogni tipo di violenza. E sarebbero state esposte anche al rischio del naufragio visto che il trasporto avviene attraverso dei natanti precari.

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