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Con la crisi gli italiani non viaggiano più: – 20% rispetto al 2012

Lo rivela l’Istat, segnalando come il trend negativo inaugurato nel 2009 non si sia mai arrestato. Meno spostamenti per vacanze, ma anche per lavoro.
A cura di Biagio Chiariello
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63 milioni e 154 mila di viaggi con pernottamento nel 2013 contro i 78 milioni e 703 mila dell'anno precedente. Un calo del 19.8% che fa segnare, come si evince dai dati Istat, un clamoroso tracollo per l'universo delle vacanze, sulla scia della perdurante crisi economica. . Il fenomeno è più evidente per i viaggi e i pernottamenti per motivi di lavoro (rispettivamente -43% e -47,5%) rispetto a quelli di vere e proprie ferie (-16,4%, con picchi nel periodo estivo), per motivi “legati evidentemente anche alle criticità presenti nel mercato del lavoro”, sottolinea l'Istituto Nazionale di Statistica nel rapporto su "Viaggi e vacanze degli italiani nel 2013". Cala, inoltre, anche il numero medio di viaggi pro-capite: da 1,3 viaggi a 1.

Sono dati assolutamente preoccupanti, visto e considerato che dal 2009 prosegue il trend negativo che nel corso di 5 anni ha portato ad una perdita di quasi 60 milioni di viaggi, pari a 290 milioni di notti. Riduzione significativa per le vacanze brevi: – 23,4% nel caso dei viaggi (il 10,2% delle lunghe), – 22,4% nel caso delle notti (contro il 13,7%). Il calo è dovuto anche alla riduzione delle persone che viaggiano in un trimestre: il fenomeno è più forte al Nord (-15,6%). Guardando alle destinazioni, Spagna e Francia rappresentano le mete preferite mentre la Germania è invece il paese più visitato per motivi di lavoro. L’auto si conferma il mezzo di trasporto più utilizzato per viaggiare, nonostante il calo del 18,5%

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