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Cagliari, Daniel travolto sulle strisce e ucciso a 15 mesi: il pirata non aveva la patente

Il piccolo era sul passeggino spinto dalla mamma, a investirlo un 37enne con lo scooter (che non avrebbe potuto guidare). La dinamica della tragedia è tutta da accertare, ma intanto spunta la testimonianza di un’automobilista.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli era stata ritirata la patente. Per cui ieri 1° febbraio non avrebbe neanche potuto mettersi alla guida dello scooter Honda 750 di grossa cilindrata che ha travolto il passeggino dove si trovava Daniele Ulver, il bimbo di 15 mesi rimasto ucciso nell'incidente avvenuto a Cagliari. Questo l'ultimo aggiornamento dalle indagini sulla tragedia avvenuta in via Cadello, nel capoluogo sardo. Il 37enne è poi fuggito senza prestare soccorso, abbandonando il mezzo che è stato trovato quasi subito e sequestrato dalla polizia municipale.

Stando al suo avvocato, Riccardo Floris, avrebbe poi pensato di suicidarsi: è stato lo stesso legale a convincerlo invece a costituirsi alla Polizia stradale. L'uomo avrebbe raccontato di non aver visto il passeggino, ma solo la sagoma della donna, poiché abbagliato dal sole.  Al momento le analisi del sangue e i primi test sull’uso di stupefacenti effettuati sul 37enne hanno dato esito negativo. Ma in Procura si attende ora l'esito di tutti gli accertamenti tossicologici.

La dinamica della tragedia di Cagliari è comunque tutta da accertare, ma intanto spunta la testimonianza di un'automobilista: "Ho dato la precedenza alla mamma, che attraversava sulle strisce pedonali col bambino sul passeggino, poi è arrivato lo scooter che ha travolto entrambi". È stato lo stesso automobilista a contattare gli agenti della Municipale di Cagliari, coordinati dal comandate Guido Calzia. Tra oggi e domani sarà raccolta a verbale la sua testimonianza.

Stamani l'arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, ha espresso il cordiglio della diocesi alla famiglia di Daniele Ulver. Si tratta di un "incidente che colpisce al cuore le cose che più amiamo, i bimbi e la promessa della vita", scrive l'arcivescovo nel suo messaggio. "Davanti a questo dramma siamo di nuovo messi di fronte alla necessità di assumere atteggiamenti di responsabilità: c'è sempre un intima relazione tra le nostre azioni individuali e la vita degli altri".

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