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Bruciata dall’ex, Antonietta: “Oggi processano chi mi ha ridotto così: voglio giustizia”

“Ho fiducia nella giustizia”, così Antonietta Rositani dal letto del Policlinico di Bari dove è ricoverata dallo scorso marzo, ha annunciato l’inizio del processo a carico dell’ex che le diede fuoco nella sua auto. Ciro Russo è accuato di tentato omicidio aggravato dall’aver agito violando gli arresti domiciliari a cui era ristretto per maltrattamenti. “Voglio lanciare un appello alle donne – ha detto Antonietta – denunciate, non siete sole”.
A cura di Angela Marino
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Comincia oggi il processo a carico di Ciro Russo, l’uomo che ha tentanto di uccidere l’ex moglie, Maria Antonietta Rositani dandole fuoco dopo averla cosparsa di benzina, il 12 marzo scorso a Reggio Calabria. Russo, 42 anni, è imputato per tentato omicidio aggravato dall'aver violato i domiciliari cui era ristretto a casa dei genitori a Ercolano (Napoli) per maltrattamenti in famiglia. Dopo aver tentato di uccidere l'ex moglie, da allora ricoverata al Policlinico di Bari, dove è stata più volte in fin di vita, Russo si diede alla fuga per poi farsi catturare in una pizzeria di Reggio dai carabinieri che lo stavano cercando.

Il caso di Antonietta, madre del piccolo William, è finito al centro di un'aspra polemiche per le svariate denunce presentate dall'infermiera di Reggio e tenute ‘nel cassetto'. Ciro Russo, infatti, aveva già violato la misura cautelare dell’obbligo di distanza di 300 metri e aveva già minacciato di ucciderla, eppure, come sottolineato dalla famiglia, godeva del beneficio dei domiciliari e ha potuto epercorre ben 450 Km fino a raggiungere Antonietta a Reggio, senza che nessuno lo fermasse.

Ad annunciare l'inizio del processo la stessa vittima, che pochi giorni fa è uscita dal reparto di terapia intensiva. "Oggi è un giorno importante per me – ha scritto Antonietta, che da quando le sue condizioni sono migliorate è molto attiva sui social network – È il giorno in cui inizia il processo verso il mio ex marito, l’uomo che mi ha ridotto in questo stato. Mi ritrovo con molta angoscia e con una sensazione di vuoto perché questo processo non farà altro che ripercorrere quella che è la mia vita fino ad arrivare al 12 marzo e a ricordare, purtroppo, quello che ho dovuto subire da lui. Ma io ho – ha concluso – ho molto fiducia nella giustizia e sono sicura che farà ciò che serve".

"Mi auguro ha proseguito Antonietta – per tutte quelle donne che come me hanno subito e stanno ancora subendo violenza, che gli uomini, i loro aguzzini, capiscano che nel momento in cui decidono di porre fine alla vita di noi donne automaticamente perdono la loro. Gli uomini devono sapere che se ci fanno del male saranno messi ko dalla giustizia che deve tutelare noi donne. Non nego che la mia situazione ancora oggi non è delle migliori, spero tanto di poter riprendere a camminare, che le ferite si possano rimarginare e poter finalmente rientrare a casa e riabbracciare i miei familiari, amici e tutti quelli che mi hanno sostenuto fino a ora".

"Voglio fare un appello – ha concluso – a tutte quelle donne che ancora oggi non hanno il coraggio di denunciare a loro dico: fatevi forza, scavate dentro voi stesse e trovate il coraggio che a noi donne non manca e andate a denunciare. Fatelo per voi perché la vita è un dono meraviglioso e nessuno oltre Dio può permettersi d'infrangere. Mi auguro di essere sempre vicino a tutte le donne e poterle sostenere in questa battaglia. Denunciate, noi donne siamo tutelate, non siamo sole perché la giustizia non ci abbandonerà".

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