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Belluno, alpina suicida in caserma a 30 anni: la lettera d’addio alla mamma

La 30enne soldatessa, T.R., che domenica pomeriggio si è impiccata nella sua stanza in caserma Salsa avrebbe lasciato una lettera d’addio alla madre. I funerali oggi pomeriggio a Verona, dove la donna viveva.
A cura di Biagio Chiariello
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Avrebbe lasciato un messaggio d'addio alla mamma, la 30enne alpina, T.R., che domenica pomeriggio si è suicidata nella sua stanza in caserma Salsa. A riportarlo è il Gazzettino. La Procura e i carabinieri della Compagnia di Belluno non hanno dubbi sul fatto che la donna sia tolta la vita. Non ci sarebbero quindi responsabilità di terzi, tanto che il pm di turno, Simone Marcon ha già messo la salma della militare a disposizione dei famigliari, che abitano a Verona. Non ci sarà autopsia. I funerali della soldatessa Brigata alpina Julia-Settimo Reggimento alpini si terranno oggi pomeriggio alle 14.30, nella chiesa di Mussoi, la salma procederà poi per la cremazione.

Chi era l'alpina suicida

R., di origini veronesi, si era arruolata come alpino volontario ormai una decina di anni fa e aveva prestato servizio come fuciliere anche a Oceanico Superiore in Friuli. Sembra che la donna soffrisse da tempo di depressione. La procura ha escluso che avesse subito episodi di nonnismo.

Il ricordo

“Le Forze dell’ordine sono stanche di piangere i loro colleghi e portare in spalla le loro bare. Con un altro suicidio siamo al quinto caso in 3 settimane. Una soldatessa in servizio presso la Caserma Salsa di Belluno si è tolta la vita nel suo alloggio di servizio impiccandosi . Siamo a molte decine di suicidi tra militari e poliziotti da inizio anno ma non ci si può limitare a ricordarli. Torniamo a chiedere presidi e assistenza psicologica obbligatoria per chi svolge compiti di pubblica sicurezza e ha la responsabilità dell’arma d’ordinanza. Bisogna inoltre allontanarsi dall’idea che si tratti di singoli casi isolati ma indagare sul ragioni di fondo che sono da minimo comune denominatore a questa strage silenzio a cui bisogna dar voce e con essa una speranza di porvi rimedio”. Lo afferma Antonella Cortese, Vice presidente dell’Osservatorio nazionale dei diritti e della salute dei militari e forze dell’ordine.

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