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Alex Pompa assolto per l’omicidio del papà violento: “Non ho mai smesso di voler bene a mio padre”

“Con lui è sempre stato difficile ma se potessi tornare indietro non lo rifarei mai e poi mai” ha rivelato Alex Pompa, il ragazzo assolto pr aver uccido il padre violento in casa.
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A cura di Antonio Palma
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“Non ho ricordi di quei momenti, ero completamente sotto choc. Sono Assolutamente pentito per quel che ho fatto, ho detto fin dal primo momento che se potessi tornare indietro non lo rifarei mai e poi mai. Piuttosto morirei io che mio padre” così Alex Pompa descrive i suoi sensi di colpi per aver ucciso il padre, nonostante sia stato assolto anche dalla giustizia perché lo ha fatto solo per difendere la madree il fratello dalle violenze del genitore che andavano avanti da tempo. “Non c’è stato un momento in cui ho deciso di uccidere mio padre. È stato un attimo di cui non ho ricordo, non so che cosa è successo quella sera” ha raccontato il giovane Ospite di Porta a Porta su Raiuno ricostruendo quei momenti del il 30 aprile del 2020, quando ha ucciso il padre, il 52enne Giuseppe nella loro casa di Collegno.

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"Ho subito detto che mi ero pentito, so di non aver fatto una cosa bella. E potessi tornare indietro, preferirei morire io, ma eravamo arrivati a un livello tale che la violenza vissuta quella sera non può essere equiparata agli episodi di violenze vissuti prima” ha raccontato il giovane Ospite di Porta a Porta su Raiuno. “Il problema è che io e mio fratello da essere figli di mio padre ad un certo punto, quando la sua ossessione verso mia mamma è peggiorata, siamo diventati suoi ostacoli perché non poteva possederla, opprimerla, sottometterla come avrebbe voluto” ha raccontato ancora il ventenne, ricostruendo quel clima di violenza continua che si respirava in casa ed emerso chiaramente anche durante il processo a suo carico davanti alla prima sezione della corte di assise del Tribunale di Torino. Gli audio terribili delle violenze sulla donna in casa, fatti ascoltare in Aula, hanno convinto la Corte ad assolvere Alex Pompa dall’accusa di omicidio volontario. Un’assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato.

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Comportamenti violenti che hanno creta un clima di perenne tensione in casa tra genitore e figli. “Con lui è sempre stato difficile, fin da quando ero piccolo, e ho vissuto i suoi gesti violenti nei confronti miei, di mio fratello e soprattutto di mia mamma. Ma non ho mai smesso di voler bene a mio padre” ha ricordato il giovane. "Facevamo i turni per non lasciare mamma sola con lui, che invece avrebbe voluto sottometterla e opprimerla. Papà era geloso, convinto che la mamma, sul posto di lavoro, avesse chissà quanti amanti. Lei, che faceva la cassiera al supermercato, sorrideva ai clienti e a mio padre questa cosa non andava bene" ha raccontato.

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“La goccia che fece traboccare il vaso il 30 aprile di un anno fa fu quando papà che passava intere giornate a controllare il comportamento di mamma al lavoro, si accorse che un collega le aveva toccato due volte la spalla. Era un gesto innocuo, ma per papà era la prova del tradimento. A casa fu un crescendo di minacce, di insulti e di offese. Mia madre negli anni non aveva mai denunciato nulla. Papà impazziva se sentiva parlare di separazione o divorzio. Per anni ha minacciato di morte lei e noi figli. Le minacce erano una costante. E quando vivi con una persona così hai paura ad esporti".

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